Euroregioni: i Gect riferimento contro gli ostacoli normativi

Zilli: «i Gruppi europei di cooperazione territoriale devono aiutare le persone a superare gli ostacoli legislativi e burocratico-amministrativi che finiscono per frenare la crescita dei nostri territori».

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L'assessore alle finanze della regione Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli.

Nel futuro delle regioni italiane di confine il ruolo dei Gect, i Gruppi europei di cooperazione territoriale, come le euroregioni Tirolese o la Senza Confini, sono sempre più fondamentali nella vita dei cittadini e delle imprese.

«Per raggiungere risultati concreti e duraturi per i nostri cittadini e per le nostre comunità è fondamentale che le iniziative maturate nell’ambito dei Gect siano sempre più stabili. I Gruppi europei di cooperazione territoriale devono diventare, infatti, i soggetti cui le persone possano rivolgersi per superare tutti quegli ostacoli legislativi e burocratico-amministrativi che finiscono per frenare la crescita dei nostri territori – ha affermato l’assessore alle finanze del Friuli Venezia Giulia, Barbara Zilli, intervenuta in videoconferenza al seminario “Il ruolo dei Gect nella collaborazione transfrontaliera” -. La strada da fare è ancora lunga e la dimostrazione arriva dalle stesse decisioni prese anche recentemente dall’Ue. Sul “Recovery fund”, per esempio, abbiamo dovuto registrare l’assenza del coinvolgimento effettivo delle Regioni e dei territori transfrontalieri. Queste scelte non rappresentano la nostra idea di Europa, nella quale territori con esperienze e culture molto simili devono dialogare costantemente tra loro». 

Secondo Zilli «sono ancora troppi gli ostacoli legislativi e burocratico-amministrativi da comprimere. Spesso in territori euroregionali confinanti esistono adempimenti molto diversi, basti pensare alle pratiche necessarie per aprire una nuova attività economica. Il nostro obiettivo strategico deve essere quindi quello di realizzare interventi normativi omogenei per le sei regioni e province autonome che compongono le due euroregioni Tirolo Alto Adige Trentino e Veneto Friuli Venezia Giulia Carinzia. In questo modo, potremo sia rappresentare un esempio da seguire che avere un vantaggio competitivo a livello europeo». 

«Il lavoro fatto finora deve essere rafforzato. I legami stretti e le buone pratiche individuate nell’ambito dei Gruppi europei di cooperazione territoriale devono essere capitalizzati in progetti anche legislativi – ha concluso Zilli – in grado di costruire una nuova idea di Europa e di garantire maggior sviluppo ai nostri territori».

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