Fornitura di energia poco trasparente: nel mirino dell’Antitrust 13 società

«Voci aggiuntive in bolletta, poca trasparenza e condotte aggressive». Avviati 13 procedimenti istruttori nei confronti delle società fornitrici di energia elettrica e gas, fra queste anche la trentina Dolomiti Energia. I clienti domestici del mercato libero nel 2019 avrebbero pagato il 26% in più l’energia.

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L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust) ha avviato 13 procedimenti istruttori nei confronti di altrettante società che lavorano nel settore energetico per via, o almeno questa è l’accusa, di una mancanza di trasparenza nell’indicazione delle condizioni economiche di fornitura di energia elettrica e gas sul mercato libero.

Sott’inchiesta dell’Antitrust sono finite Enel Energia, Optima, Green Network, Illumia, Wekiwi, Sentra, Olimpia-Gruppo Sinergy, Gasway, E.On, Axpo, Audax, Argos e Dolomiti Energia.

L’analisi delle principali offerte commerciali sul mercato libero proposte dalle società avrebbe rivelato l’esistenza di diverse criticità per quanto riguarda le informazioni rese in ordine alle voci che concorrono alla formazione del prezzo complessivo dell’energia elettrica e del gas, comprensive di oneri che, una volta riportati in bolletta, vengono posti a carico dei consumatori.

Secondo l’Antitrust risulterebbe che, prima della sottoscrizione di un contratto, gli utenti non siano adeguatamente informati dell’esistenza di alcune voci di costo aggiuntive al prezzo della componente energia, argomento dove “picchia” la promozione commerciale spesso con proposte aggressive, con la conseguenza che, solo con la consegna della prima bolletta chi ha sottoscritto un contratto all’apparenza conveniente si rende conto degli effettivi costi delle forniture di energia elettrica e gas applicati dalle imprese che sono decisamente superiori alle attese. Non fosse altro che il prezzo della componente energia pesa in bolletta per circa il 30-40% al massimo dell’intera fattura, essendo gli altri oneri legati al trasporto dell’energia e alla gestione del contatore, oltre al peso delle tasse su tutto il complesso.

Non solo: i consumatori domestici che hanno aderito al libero mercato dell’energia, secondo l’Antitrust, avrebbero pagato in media nel 2019 il 26% in più per l’approvvigionamento dell’energia.

Con il provvedimento iniziato, l’Autorità intende accertare l’esistenza di condotte relative alle offerte di fornitura dell’energia elettrica e del gas sul mercato libero che contrastino con le norme del Codice del Consumo, nei casi in cui le condizioni economiche prospettate nella documentazione contrattuale o promozionale da parte dei vari operatori del settore risultino ingannevoli, inadeguate o omissive.

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