Le restrizioni di viaggio sull’asse del Brennero mettono in pericolo il turismo e l’economia

Appello urgente delle Camere di commercio di Salisburgo, Vorarlberg, Tirolo e Bolzano rilanciato da Conftrasporto Confcommercio.

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asse del brennero
I presidenti delle Camere di commercio dell'asse del Brennero: da sx, Christoph Walser (Camera dell'economia del Tirolo), Peter Buchmüller (camera dell'economia di Salisburgo), Michl Ebner (Camera di commercio di Bolzano) e Hans Peter Metzler (Camera dell'economia Vorarlberg).

Con un appello urgente i quattro presidenti camerali dell’asse del Brennero (Peter Buchmüller, Camera dell’economia di Salisburgo; Michl Ebner, Cciaa di Bolzano; Hans Peter Metzler, Camera dell’economia del Vorarlberg; Christoph Walser, Camera dell’economia del Tirolo) lanciano un “grido d’allarme dalle Alpi” e si oppongono all’attuale strategia di forte restrizione agli spostamenti adottata da molti Paesi UE. Allarme rilanciato anche da Conftrasporto Confcommercio.

Dopo la flessione per l’emergenza Covid-19, il traffico pesante sull’asse del Brennero torna a salire. Secondo i dati del versante austriaco del valico, a settembre sono transitati +0,6% Tir rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. A fine anno sono attesi gli stessi valori dell’anno scorso, ovvero tra 2,3 e 2,4 milioni di passaggi. Il traffico complessivo al Brennero, incluso quello leggero, nei primi nove mesi del 2020 è invece calato del 28,6%. 

Ad aprile, in pieno confinamento, i Tir al valico italo-austriaco erano crollati del 26,6%. Il calo al Brennero è stato comunque meno forte che agli altri valichi transalpini (Frejus, Montebianco e Gottardo), dato che ha fatto scattare la reazione della vice governatrice del Tirolo, la verde Ingrid Felipe, secondo cui «il Brennero si conferma il valico più trafficato, altro che crollo, siamo tornati ai vecchi valori». 

Secondo i vertici delle Camere di commercio, «gli attuali provvedimenti europei a contrasto del Coronavirus rappresentano una minaccia esistenziale per i nostri Paesi, perché non incidono solo sul turismo, ma anche su interi cicli economici regionali».

Il motivo risiede nelle diverse misure adottate dai Paesi europei, in particolare nei divieti o nelle restrizioni di viaggio che sembrano ormai fuori controllo. Si tratta di iniziative altamente dannose per l’economia europea e allo stesso tempo per il senso di coesione comunitaria.

I quattro presidenti, rappresentanti dell’economia dell’arco alpino, lanciano un appello chiaro: «occorre porre fine agli attuali divieti di viaggio e revocare le restrizioni agli spostamenti». È in ogni caso nell’interesse dell’economia stessa garantire il massimo rispetto delle disposizioni di sicurezza. Bisogna assolutamente evitare sia le minacce alla salute della popolazione che le limitazioni delle attività economiche. Ciò richiede la massima disciplina da parte di tutti nell’attuare le prescrizioni igieniche e nel mantenere il distanziamento sociale. 

Qualora si decidesse di proseguire con la linea delle restrizioni agli spostamenti, i Paesi membri della UE dovranno accordarsi a livello europeo. I presidenti fanno presente la proposta della Commissione europea del 4 settembre di adottare un sistema “a semaforo” condiviso. 

Un coordinamento a livello europeo è assolutamente necessario per non sprofondare nel caos più totale tra criteri poco chiari, divieti di viaggio e restrizioni agli spostamenti transfrontalieri. La speranza è che questo “grido d’allarme dalle Alpi” sia udito ancora in tempo.

Conftrasporto Confcommercio rilancia le preoccupazioni, condividendole, delle Camere di commercio delle Alpi circa la mobilità sull’asse del Brennero. 

Per Conftrasporto Confcommercio, l’Italia è il Paese che più di ogni altro sarebbe penalizzato se con l’introduzione di possibili nuove restrizioni si ostacolasse la libertà di circolazione all’interno dell’arco alpino. Il danno si estenderebbe all’intero sistema produttivo italiano che, già in sofferenza per le misure, uniche in Europa, causate dai mesi di confinamento, decise dal governo italiano vedrebbe limitate le condizioni di una già non facile ripresa. 

Conftrasporto Confcommercio, attraverso il vicepresidente Paolo Uggè, lancia un grido d’allarme al governo nazionale perché effettui i necessari interventi in sede comunitaria affinché decisioni affrettate non penalizzino l’Italia. Il Governo non dovrebbe dimenticare che l’Italia è l’unico Paese che per raggiungere i mercati europei deve necessariamente attraversare l’arco alpino. Dimenticarselo sarebbe un errore imperdonabile che finirebbe per gravare non sulle attività di trasporto ma invece si scaricherebbe sulla competitività dell’intero sistema Paese.

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