Successo per il primo impiego del Mose contro l’acqua alta a Venezia

Con le dighe chiuse, in Laguna marea non cresce: al Lido 119 cm., alla Salute 69. La soddisfazione di Zaia e Brugnaro e di tutti gli operatori culturali e turistici della città.

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Zincone
Le paratoie del Mose sollevate.

Con la previsione di un’acqua alta di oltre 130 cm, il Mose di Venezia è entrato ufficialmente in funzione e la “prima voltaè stata un successo con la città rimasta all’asciutto, con tanti residenti e, soprattutto, turisti piacevolmente stupiti della novità.

Le operazioni di chiusura della Laguna sono iniziate alle ore 8.35 per concludersi alle 9.52: in un ora e 17 minuti, le paratoie del Mose erano tutte regolarmente alzate a proteggere Venezia contro la marea montante, tanto che alle ore 10.00 sono stati misurati alla Diga Sud del Lido 119 centimetri, a Punta Salute, dove si registra il “medio mare” 69 cm.

Se oggi Venezia è rimasta all’asciutto, non così sarà per domani, con la previsione di una marea con un picco di 115 cm alle 12.30, un livello che non farà attivare il Mose e che causerà l’allagamento di circa il 20% della viabilità pedonale del centro storico.

«Il sistema funziona, visto che in mare siamo arrivati a 129 centimetri e in città a 73 – ha detto il provveditore alle opere pubbliche del Triveneto, Cinzia Zincone -. La prova è andata bene stiamo raccogliendo tutti i dati, maggiori rispetto al previsto, per la messa a punto del sistema».

Soddisfatto dalla prova di funzionalità data dal Mose è il Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, che ha evitato di vedere nuovamente allagata la Basilica e i suoi preziosi mosaici: «è una giornata di speranza, di attesa, con qualche riflessione anche sul fatto che questo risultato poteva essere ottenuto anche in tempi molto più brevi. Comunque guardiamo al futuro: è una bella notizia, una bella realtà». 

La Basilica di San Marco, osserva Moraglia, «rimane comunque in difficoltà per una quota d’acqua che va da 88 centimetri a 130. È stato fatto il possibile, purtroppo per alcuni ritardi – capisco le questioni estetiche soprattutto a Venezia e soprattutto in Piazza San Marco, ma nello stesso tempo forse si poteva essere un pochino più attenti a pensare alle acque alte del 2020». Il Patriarca ricorda: «stiamo entrando nella stagione delle acque alte e i restauri del Nartece, che sono stati appena approntati, rischiano di essere vanificati da una o due acque alte che superano di poco i 90 centimetri».

Il problema per la Basilica di Venezia sono le infiltrazioni che avvengono dal pavimento: per il Primo Procuratore di San Marco, Carlo Alberto Tessarin, «è stato consolante vedere per la prima volta la Basilica asciutta. Abbiamo azionato le pompe per evitare le infiltrazioni che arrivano da sotto nel nartece, e hanno funzionato in sicurezza. A 90 centimetri di marea avremmo dovuto affrontare l’acqua che arriva dalla piazza, ma non è arrivata perché esclusa dal Mose che finalmente funziona».

Anche la politica saluta con soddisfazione la prima prova sul campo del Mose: per il governatore del Veneto, Luca Zaia «piazza San Marco ha una piccola pozzanghera contro i 30-40 centimetri di acqua alta che avremmo inevitabilmente avuto. Una situazione direi positiva, spero si continui così e si riesca ancor di più a potenziare il sistema con una messa in sicurezza generale e totale di Venezia. Oggi è una giornata storica perché siamo davanti ad una opera per la quale abbiamo atteso veramente decenni e oggi abbiamo avuto la certezza che funziona. Si tratta di un’opera che è costata molto dal punto di vista finanziario e non solo. Almeno la rassicurazione che questo serva a Venezia».

«Prima il Mose va finito, poi c’è anche San Marco e altri luoghi bassi che hanno bisogno di lavori di rialzamento delle rive. Sono d’accordo con la preoccupazione del Patriarca – ha affermato il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro -. Noi abbiamo cominciato a fare una serie di progetti, abbiamo le idee, ci vogliono le risorse. Abbiamo chiesto 150 milioni all’anno per la Legge speciale, non per fare cose strane ma perché è necessaario per salvare le case e la vita della gente. Credo che oggi sia una boccata d’ossigeno per i cittadini, e la dimostrazione che le istituzioni ci sono».

«La decisione di alzare il Mose e di mettere Venezia al riparo dall’acqua alta, coronata da un palese successo rappresenta solo un passaggio fondamentale nella protezione della città e della laguna – sottolinea Elisabetta Spitz, commissario straordinario per il Mose -. Ci tengo ad attribuire il merito ai tecnici, agli operai e a tutto il personale del Consorzio Venezia Nuova che hanno reso possibile raggiungere questo straordinario traguardo. Un riconoscimento speciale va attribuito al progettista ingegner Scotti, al direttore ingegner Ossola ed al Provveditorato di Venezia che ha garantito la presenza dello Stato in questa impresa complessa e molto discussa».

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