Il passaggio della concessione autostradale della A4 Venezia-Trieste da Autovie Venete alla “Newco” Alto Adriatico resta la soluzione prioritaria per la Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, ma non vengono escluse soluzioni alternative qualora il contesto gestionale ed economico dovesse subire nuovi sviluppi. Questa, in sintesi, la posizione espressa dall’assessore regionale alle Finanze, Barbara Zilli, rispondendo ad un’interrogazione sulle recenti dichiarazioni rese alla stampa dal neo presidente di Autovie Venete, Maurizio Paniz.
«La Regione ha convintamente sostenuto il percorso finalizzato a conseguire, quanto prima, il passaggio della nuova concessione autostradale da Autovie Venete alla “Newco” Società Autostrade Alto Adriatico, costituita a tal fine dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto – ha detto Zilli – ferma restando la validità del percorso di affidamento diretto “in house” della concessione, ad oggi previsto dalla legislazione vigente, non è tuttavia da escludersi che, in considerazione degli sviluppi in ambito di politiche di gestione del settore autostradale e di politiche di rilancio dell’economia e degli investimenti, possano essere individuati anche strumenti alternativi a quelli sino ad oggi esaminati. Strumenti che in ogni caso dovranno garantire, oltre che la gestione della fase di trasferimento della concessione, anche il completamento delle opere e la composizione dello stato di emergenza».
Come è stato ricordato, la delibera Cipe n. 39/2019 del 24 luglio 2019 ha approvato, dopo un lungo iter, lo schema di Accordo di cooperazione della Società Autostrade Alto Adriatico destinata a subentrare con affidamento diretto “in house” nella concessione di Autovie Venete.
«Il buon esito dell’operazione ha tuttavia come elemento essenziale la garanzia sull’equilibrio del piano economico-finanziario – ha ribadito Zilli -. I recenti drammatici effetti economici legati all’emergenza Covid-19 richiedono la necessità che l’originario piano, allegato alla delibera Cipe, debba essere attentamente rivisto. Emerge in tutta evidenza come il calo del traffico incida sugli equilibri del piano economico finanziario, tenuto anche conto del rilevante aspetto della finanziabilità delle opere per la conclusione della terza corsia dell’Autostrada A4».
Per Zilli è necessario ricordare «come il buon esito dell’operazione “in house” e le relative tempistiche risultano condizionate anche da numerosi fattori esogeni, indipendenti e non controllabili unicamente e direttamente dall’amministrazione regionale. Ed è proprio in tal senso che va interpretato ogni riferimento, estrapolato da interviste giornalistiche, sul complesso percorso tecnico e amministrativo finalizzato alla definitiva transizione della concessione autostradale da Autovie Venete».
In tema di riassetto delle concessioni autostradali che interessano il NordEst – oltre ad Autovie Venete è scaduta anche la concessione di Autobrennero – il governatore del Veneto, Luca Zaia, intervenuto a Rovereto in un comizio a sostegno del candidato sindaco di centro destra, Andrea Zambelli, nel ribadire la «necessità di completare il tratto Nord della Valdastico», ha evidenziato che «se si dovesse realizzare un riassetto delle concessioni autostradali in essere, la Cav (attuale concessionaria del Passante di Venezia, posseduta pariteticamente da regione Veneto e Anas, ndr) è a disposizione. Potrebbe essere uno scenario interessante racchiudere tutte le concessioni autostradali che interessano il territorio in un unico contenitore, anche a vantaggio della ricaduta sul territorio».
In questo scenario, potrebbe rientrare anche l’Autostrada Brescia-Padova, la cui concessione è in scadenza per il 2026, ma che potrebbe anche avvicinarsi di molto nel caso in cui il governo decidesse l’effettiva revoca delle concessioni in capo ad Autostrade per l’Italia del gruppo Benetton a seguito del crollo del ponte di Genova e della mancata manutenzione di molte opere infrastrutturali presenti sulla rete per massimizzare la crescita degli utili. In questo scenario potrebbero rientrarvi anche la Bologna-Padova e la Udine-Tarvisio.
Si vedrà se, una volta tanto, la politica saprà volare alto, andando oltre il proprio particolare orticello locale per delineare un assetto strategico di ben più alta portata economica e sociale.
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