Il dato è tratto: al ballottaggio a Bolzano del 4 ottobre prossimo la Svp scioglie le riserve e annuncia il sostegno al sindaco uscente, il Dem Renzo Caramaschi. Il 74enne ex city manager del capoluogo altoatesino guida dal 2016 una giunta Svp-centrosinistra e al primo turno si è imposto in un testa a testa contro il candidato del centrodestra, Roberto Zanin (34% a 33,1%). Con l’appoggio della Svp, primo partito in città con il 14,8%, il secondo mandato per Caramaschi si avvicina sempre di più.
Lo sfidante Roberto Zanin non si dà per vinto: «l’annuncio è stato abbastanza prevedibile, anche alla luce dei precedenti, come la presenza del presidente Kompatscher sul palco del Pd in campagna elettorale. Vado avanti cercando la fiducia di ogni singolo cittadino, convincendolo della bontà del nostro progetto».
La Svp bolzanina ha deciso all’unanimità di appoggiare il secondo mandato di Caramaschi: «potevamo anche non schierarci e stare a vedere, ma fare lo struzzo sarebbe troppo facile. Vogliamo portare avanti il lavoro iniziato negli scorsi quattro anni, senza dover ripartire da zero», ha spiegato il segretario cittadino della Svp, Dieter Steger, glissando che l’apparentamento ufficiale fa scattare anche per la Svp il premio. Anche il vicesindaco uscente Svp, Luis Walcher, ha sottolineato «la buona e proficua collaborazione» con Caramaschi, pur riconoscendo, assieme a Steger, che Zanin «è una persona moderata. La Svp non è un partito ideologico ma di raccolta. L’autonomia resta però un paletto che non può essere spostato. Nel centrodestra – ha proseguito Steger– qualcuno ultimamente si è dichiarato autonomista, anche se ci ha sempre messo i bastoni tra le ruote a Bolzano e a Roma» riferendosi chiaramente a Fratelli d’Italia.
Il segretario della Svp, Philipp Achammer, sempre in riferimento a Fratelli d’Italia, aveva detto che «la Svp non può rinnegare i propri principi» beccandosi la piccata risposta del consigliere provinciale e responsabile regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Urzì, che ha accusato la Svp «di tradire in questo modo non Roberto Zanin, ma gli elettori di centrodestra della stessa Volkspartei».
Sulla carta, al ballottaggio di Bolzano Caramaschi può correre tranquillamente verso il secondo mandato, contando anche sulla fetta dell’elettorato del centrista ed assessore uscente, Angelo Gennaccaro, e del Team K. Ma a turbare lo scenario c’è il rischio astensionismo. Caramaschi, come molti bolzanini, ricorda il ribaltone del ballottaggio 2005, quando il candidato sindaco di centrodestra, Giovanni Benussi, si impose con appena sette voti di scarto sul sindaco uscente del centro sinistra, Giovanni Salghetti Drioli. Benussi poi non trovò una maggioranza in Consiglio con la conseguente impossibilità di governare la città e il commissariamento.
Uno scenario di “anatra zoppa” che Zanin non teme: «in caso di vittoria, sono convinto che la Svp tornerà al tavolo della trattativa e che troveremo l’accordo». Così come è accaduto al governo della Provincia, dove il partito etnico tedesco ha imbarcato per la prima volta al governo dell’Autonomia la Lega.
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