Osservatorio consumi Confimprese: ad agosto c’è un po’ di ripresa

Il bilancio rimane pesantemente negativo nei primi 7 mesi del 2020. Riprendono abbigliamento e non alimentare, mentre continua la crisi della ristorazione e del settore viaggi.

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Nel mese di agosto, secondo l’Osservatorio consumi Confimprese-EY, si allenta la morsa che aveva stretto in una spirale drammatica le vendite nel post confinamento e arriva qualche segno di ripresa con una chiusura a totale mercato del -11.9%. Un risultato migliore rispetto al -28% registrato in luglio e al –27% dei primi sette mesi sullo stesso periodo 2019, in buona parte dovuto al posticipo dei saldi in agosto, che non è, comunque, stato sufficiente a riequilibrare i fatturati sul progressivo. Il totale dell’ultimo trimestre segna -22,8%.

Le tendenze registrate dall’Osservatorio consumi Confimprese-EY non devono però fare abbassare la guardia, in quanto la vera prova saranno i prossimi mesi con la ripresa delle attività scolastiche, la fine della cassa integrazione, le incognite sul “Recovery fund” e l’incertezza del futuro, che potrebbero portare a una nuova ondata negativa sia in termini sanitari sia economici. 

Agosto fa segnare anche un netto recupero nell’abbigliamento e accessori con -7% rispetto al -30% di giugno e luglio, grazie ai saldi e a una maggiore mobilità degli italiani durante le ferie. Questo permette alla categoria peggio performante durante il confinamento (marzo-maggio 2020 con -83%) di recuperare in parte grazie ad agosto attestandosi al -23,7% sull’ultimo trimestre. Il progressivo sull’anno rimane comunque pesantissimo con un -38%. 

Secondo l’Osservatorio consumi Confimprese-EY, segni di solo parziale recupero che non si vedono sulla ristorazione, dove il mese di agosto segna -21,3%, migliorativo rispetto al -30% di giugno a luglio. L’ultimo trimestre si chiude a -27,2%. Il bilancio degli ultimi 6 mesi è complessivamente di -54% e sull’anno di -40%. 

Il non alimentare, che include intrattenimento, ottica, arredo casa e oggettistica, contiene la flessione a -13,3% in agosto e chiude l’ultimo trimestre a -10%. Da tenere presente che durante il confinamento di marzo-maggio il non alimentare aveva registrato -70%. Il dato sugli ultimi 6 mesi è di -38% e sul progressivo annuo di -29%, circa 10 punti percentuali meglio del resto delle categorie.

Continua la grande difficoltà del canale viaggi dove il mese registra -52%, che porta il trimestre a -65% e gli ultimi 6 mesi a –77%. Il progressivo annuo chiude a -62%. 

«Registriamo un primo mese con qualche segnale positivo o meglio di rallentamento della decrescita – spiega Mario Maiocchi, direttore Centro studi Confimprese –. Ma questi risultati derivano in gran parte dal posticipo dei saldi e quindi con mero spostamento temporale. Permane una profondissima crisi nel canale viaggi, che a questo punto richiede urgenti riflessioni a livello di filiera per il supporto degli operatori. Molti lavoratori sono ancora in lavoro da remoto e questo, insieme al calo dei viaggi di lavoro ed ai turisti stranieri, determina la desertificazione di stazioni e aeroporti. È necessario intervenire sulla mobilità, altrimenti il comparto rischia il collasso».

Quanto a Pta (primary trade area) l’effetto saldi ha portato un miglioramento anche nei canali centri commerciali e outlet, rispettivamente -11.6% e -5.2% nel mese, che comunque mitiga solo in minima parte il drammatico calo di -40% da inizio anno. Rimane forte anche la perdita sulle “high street” delle principali città con -21% sul mese e -28,5% sull’ultimo trimestre, complice il lavoro da remoto e il calo del turismo straniero. Le aree più performanti rimangono le periferie e le città di provincia che con un -10% sul mese e -18,5% nell’ultimo trimestre. Quest’ultimo è un trend che va delineandosi con sempre maggiore chiarezza e di cui gli operatori di settore dovranno tenere conto per gli assetti futuri.

L’Osservatorio consumi Confimprese-EY analizza gli andamenti per aree geografiche mostrano valori simili con eccezione del Sud. Il Centro si attesta a -14,3%, seguito da NordEst con -13,7%, il NordOvest chiude a -11,2%. In miglioramento il Sud, che registra -9,2%. Sud e Isole, anche grazie al periodo di vacanze, continuano a performare meglio del resto del Paese (+3 punti percentuali nel mese e +4 punti percentuali da inizio anno vs media Italia).

Tuttavia, nella classifica delle regioni del mese di agosto la Sardegna, che ha scontato la difficoltà dei trasporti aerei, si aggiudica il primo posto con una flessione pari a -18,4%. La provincia di Cagliari fa -13%, mentre Sassari -23%. Seguono a breve distanza Emilia Romagna con -15%, Umbria -15%, Lazio -14,7%, Friuli Venezia Giulia -13,1%, Lombardia -13%. La Toscana perde il primato di maglia nera che l’ha contrassegnata nel trimestre precedente e chiude il mese a -12,6%. Campania e Veneto, regioni ad altrettanta vocazione turistica, si fermano a -11,3%. La Sicilia chiude a -10,5%, il Piemonte a -8,4%.

Da segnalare come regioni meno toccate dall’emergenza Covid-19 abbiano beneficiato del turismo locale come la Basilicata che ha segnato +5% nel mese e circa +8% meglio della media Italia nell’anno. Stessi andamenti migliori rispetto alla media Italia nel mese di agosto su agosto 2019 per altre regioni a vocazione turistica come Calabria (-5,2%), Puglia (-6,5%), Liguria (-7,3%) e Trentino Alto Adige (-7,4%). 

Tuttavia, a fronte del quadro regionale di cui sopra, il mese di agosto 2020 vs agosto 2019 evidenzia una discrepanza tra l’andamento consumi nelle regioni e nelle singole province, dovuta al calo dei turisti stranieri e italiani nelle città turistiche a vantaggio delle località marittime. Se la Toscana scivola addirittura al IX posto, non altrettanto fa Firenze che si conferma tra le principali province la peggiore d’Italia con una pesante flessione del -22%, per mancanza di turisti stranieri, la città infatti registra un -32,9%. Peggio fa solo la provincia di Catania con -22,4%. Male anche le province portuali e quelle di solo turismo come Livorno -10,3%, Lucca -10,3%, Pisa -6,9%. Bene le province di mare Grosseto -0,7% e Massa Carrara +1,5%. Analogo anche l’andamento delle province venete a vocazione prettamente turistica come Padova -19,3% e Venezia -16,6%, meglio Treviso -8,7%, Verona -7,2%, Vicenza -0,3%. Venezia città fa registrare un -23,6%

Poco distanziate le grandi città come Roma che chiude a -19,1%, Bologna -25,3%, Genova -16,2%, mentre Milano fa registrare il trend peggiore con un -31% ad agosto. La provincia di Udine -13,8% performa meglio di Pordenone e Trieste che insieme flettono del -17%. La provincia di Napoli chiude a -13,1% (-19% la città) e Caserta al -9,8%. 

Le province sabaude sono in linea con gli andamenti della regione e mostrano segnali negativi ma meno gravi rispetto ad altre province: Torino -10,7% (-15,7% la città), Novara -5,8%, mentre Cuneo registra il -2,8%.

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