Formaggi italiani, riparte l’export

Secondo Assolatte nel I semestre 2020 bene le vendite Ue, crollo in Usa, boom in Canada.

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formaggi italiani

I formaggi italiani, secondo i dati forniti da Assolatte, rimontano le classifiche dell’export con il I semestre 2020 che vede i formaggi freschi in decisa crescita (+14,1%), seguiti dai grattugiati (+6,2%) e dalla mozzarella (+1,3%); stabile l’andamento dei formaggi duri, come Grana Padano e Parmigiano Reggiano, che insieme non vanno molto oltre i risultati del primo semestre 2019, con un +0,6%.

Complessivamente il I semestre 2020 si è chiuso con un l’aumento dell’export dei formaggi italiani del 3,0% in volume e dello 0,8% in valore. In testa alla crescita dei volumi sono i formaggi freschi, mentre i Dop subiscono ancora gli strascichi del confinamento da Coronavirus.

I risultati del mese di giugno sono emblematici, sottolinea Assolatte, perché sanciscono la ripresa dell’export formaggi, che, dopo i cali registrati nei mesi scorsi, registra un +6,0% in volume e +0,8% in valore. 

Meno brillante la situazione degli altri formaggi stagionati. La palma d’oro per l’export dei formaggi Dop spetta al Gorgonzola, l’unico della categoria a registrare un significativo incremento: 3,2% in volume e 1,1% in valore. 

Il I semestre 2020 conferma anche la frattura tra l’export comunitario e quello extra-Ue. Il mercato unico si rivela ancora una volta di vitale importanza: tra le principali destinazioni Ue crescono in modo deciso i Paesi Bassi (+13,5%), il Belgio (+12,5%), la Francia (+10,6%) e la Germania (+5,0%). In controtendenza la Spagna, che ha ridotto del 10,8% gli ordini.

Quanto al resto del mondo, si conferma il calo dell’export dei formaggi italiani negli Stati Uniti (-22,9%), ma si registra anche una inaspettata contrazione delle vendite in Giappone (-7,7%), dovuta ai vistosi cali di maggio e giugno. Canada e Corea del Sud si riconfermano le destinazioni extra-Ue di maggior soddisfazione (+46% e +18%) grazie soprattutto agli accordi commerciali siglati con l’Unione.

Cresce anche la Cina (+2,4%), che resta uno dei mercati con più elevate potenzialità di sviluppo per l’alimentare italiano anche grazie alla firma a Bruxelles dell’accordo bilaterale, dopo l’intesa di massima dello scorso novembre per il riconoscimento e la tutela di ben 100 Indicazioni Geografiche europee. «L’accordo entrerà in vigore nel 2021 sancendo un nuovo scenario per i nostri formaggi Dop – evidenza Giuseppe Ambrosi, presidente di Assolatte –. È un passo importante che rafforza la tutela internazionale delle nostre eccellenze casearie. Possiamo essere ragionevolmente ottimisti per il prossimo futuro. In un quadro preoccupante come quello italiano, le esportazioni agroalimentari nel 2020 sono state le meno colpite: durante il confinamento la produzione non ha subito drastici arresti e il calo della domanda interna è stato contenuto dall’aumento della spesa per alimenti nei canali della distribuzione».

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