In arrivo a gennaio 2021 la prima rata della stangata sui carburanti ed in particolare sul Diesel, che la maggioranza delle quattro sinistre del governo BisConte (ed in particolare il M5s) vuole fare rincarare tramite l’annullamento delle agevolazioni sulle accise finora esistenti, con il risultato che il gasolio andrà a costare più della stessa benzina, penalizzando ulteriormente cittadini ed imprese, oltre che rendere meno attrattiva la destinazione Italia per i turisti esteri, visto che oltre l’80% degli arrivi nel Belpaese avviene tramite automobile.
La consultazione pubblica avviata dal ministero dell’Ambiente in pieno agosto si è conclusa con ben 327 commenti e suggerimenti di cittadini, imprese, studiosi e associazioni. Il risultato, anche per le macchinose modalità della consultazione, era già annunciato: da gennaio 2021 le accise sul Diesel dovrebbero rincarare moltissimo.
Il vantaggio fiscale sul gasolio vale al momento 11,1 centesimi al litro, destinato ad essere cancellato sull’altare della parificazione dell’accisa sul gasolio – oggi 61,74 centesimi – a quella della benzina – 72,84 centesimi -, con il risultato finale che il prezzo al consumatore del Diesel sarà più alto della benzina per via del maggior costo industriale. Per le casse del governo questo significa un extragettito di oltre 17 miliardi di euro.
Il progetto del governo è contrastato dalle categorie dell’autotrasporto, del commercio, dell’artigianato, visto che con il Diesel si movimentano le merci e, soprattutto, coloro che impiegano furgoni e camion di portata inferiore alle 7,5 tonn, non potranno utilizzare le agevolazioni sul carburante previste per l’autotrasporto.
Assopetroli-Assoenergia, Assotir, Fai Conftrasporto, Confartigianato Trasporti, Cna Fita, Fiap, Unitai affermano che l’aumento delle accise sul Diesel sarà una mazzata per le imprese e non darà alcun beneficio all’ambiente, visto che sono bastonati perfino i biocarburanti «i quali, a rigor di logica, dovrebbero godere di una fiscalità agevolata».
L’obiettivo del governo BisConte (e dei Cinque stelle in particolare) è spingere gli italiani ad utilizzare sempre più auto elettriche che costano ancora troppo (al netto dei ricchi incentivi pubblici), che non offrono la necessaria autonomia e sicurezza d’uso, non assicurano la predicata tutela dell’ambiente, visto che spostano solo la fonte inquinante dalla strada alla centrale elettrica, immettendo nell’ambiente sostanze anche più inquinanti e pericolose di quelle che si vogliono combattere, ad iniziare dal cobalto ed altre sostanze nocive contenuto nelle batterie.
Una soluzione per combattere l’ennesimo attacco all’economia nazionale, già abbondantemente cagionata dalla pandemia da Coronavirus, ci sarebbe: mandare alla maggioranza di governo un chiaro ed univoco segnale nelle urne del 20 e 21 settembre prossimo.
Per rimanere sempre aggiornati con le ultime notizie de “Il NordEst Quotidiano”, consultate i canali social:
Telegram
https://twitter.com/nestquotidiano
https://www.linkedin.com/company/ilnordestquotidiano/
https://www.facebook.com/ilnordestquotidian/
© Riproduzione Riservata