La gestione degli orsi in Trentino, reintrodotti con il progetto europeo “Life Ursus” continua a fare discutere, specie oggi che il patrimonio ursino provinciale è cresciuto e bene, fino a sfiorare, secondo alcune stime, le 100 unità, quasi tutte concentrate nel Trentino occidentale a cavallo del parco naturale Adamello Brenta, di cui l’orso è il simbolo.
I nuovi casi di orsi che si sono rivelati eccessivamente confidenti verso l’uomo ha fatto scattare la decisa reazione da parte del governo provinciale, che ha deliberato una serie di catture e di trasferimento in cattività degli animali che frequentano gli spazi abitati, esponendo a rischio le relative popolazioni. Una decisione che non esclude provvedimenti ancora più drastici: «non escludiamo di effettuare anche alcuni abbattimenti» ha dichiarato il presidente della Provincia, il leghista Maurizio Fugatti.
Intanto, prima di passare alle maniere forti, la Provincia sta cercando nuovi spazi dove confinare gli orsi problematici, visto che la struttura del Casteller, quella da cui M49-Papillon è già fuggito per ben due volte, è già al completo. Di qui la decisione di provvedere nelle prossime settimane ad un adeguamento del recinto del parco faunistico di Spormaggiore, in previsione del trasferimento di DJ3, la femmina catturata nel 2011 e attualmente ospitata al Casteller.
La Giunta pensa anche di avviare un percorso amministrativo per incrementare il numero degli esemplari potenzialmente ospitabili nel recinto del Casteller, qualora dovessero esserci motivi di urgenza e in relazione alla gravità della situazione attuale rispetto alla sicurezza pubblica, con la presenza di orsi confidenti in prossimità dei centri abitati.
Lo scenario di imbracciare i fucili contro gli orsi ha suscitato la reazione della presidente della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, Maria Vittoria Brambilla, che contesta la decisione di Fugatti: «spiace constatare che, dopo qualche timido segnale di ragionevolezza, il presidente Fugatti rilancia in grande stile la sua offensiva personale contro gli orsi, essenzialmente colpevoli di fare gli orsi. Annunciare abbattimenti, “anche se non avremo il via libera del ministero”, e ordinare la cattura “preventiva” di un altro orso non ben identificato che si aggira dalle parti di Andalo sono misure che potranno forse compiacere le tante, troppe vittime del riflesso condizionato “O noi o l’orso”, ma servirebbe l’opposto: una politica saggia e lungimirante per garantire la possibile, anzi, doverosa convivenza sulle montagne del Trentino tra l’uomo e l’orso, la cui presenza, peraltro, è stata voluta dai trentini stessi ed è stata ottenuta spendendo soldi pubblici».
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