Consumi e ristorazione a picco secondo l’Osservatorio Confimprese-EY

Andamento negativo del -27,7% a luglio 2020 vs 2019 e una flessione del -40,6% nei primi 7 mesi del 2020 vs 2019. Nei primi 7 mesi 2020 la ristorazione è il settore in maggiore sofferenza con -30%, seguito dall’abbigliamento -29,3%. 

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La ripresa economica italiana rimane ai blocchi di partenza e il commercio non taglia il filo di lana di un traguardo che al momento è ancora lontano: l’Osservatorio permanente Confimprese-EY sugli andamenti di consumo non lascia spazio a dubbi ed evidenzia il persistente clima di scarsa fiducia delle famiglie italiane, poco inclini a riprendere le abitudini di consumo dell’anno precedente, con consumi e ristorazione a picco. 

I valori sono tutti ampiamente negativi: il mese di luglio si chiude con calo nelle vendite del -27,7%, che porta il comparto a registrare nei primi 7 mesi dell’anno una contrazione pari a -40,6%. 

Quanto ai settori merceologici, nel mese di luglio si registrano dinamiche negative nelle vendite generalizzate a tutti i settori: in forte sofferenza abbigliamento e ristorazione con trend mensili rispettivamente di -29,3% e -30%, mentre il settore altro non alimentare contiene la flessione a -9.3 % sullo stesso periodo 2019. 

Il commercio elettronico a luglio registra su base mensile risultati positivi (+22%), a conferma del fenomeno di digitalizzazione degli acquisti in atto. La dinamica delle vendite del canale evidenzia però segnali di rallentamento riallineandosi a ordini di grandezza pre Coronavirus. 

«Il mese di luglio – spiega Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – ha purtroppo raffreddato le aspettative di un rapido miglioramento della propensione al consumo. Con una flessione di quasi -28% rispetto all’anno precedente ha mostrato una tendenza alla stabilizzazione del calo registrato nel primo mese pieno di post confinamento (giugno -27%). Lo scenario mostra comunque significativi differenziali nelle dinamiche sia a livello geografico con il Sud a +10% vs NordEst e Centro sia a livello canale con i viaggi a -15% vs media Italia». 

«Le vendite di luglio 2020 mostrano comunque un incremento del 15% in valore assoluto rispetto a giugno 2020 pur con lo spostamento dei saldi a fine luglio e agosto – chiarisce Paolo Lobetti Bodoni, responsabile consulenza affari di Italy EY –. L’anno scorso luglio aveva registrato un +15% rispetto a giugno 2019, ma con i saldi attivi. Crediamo che con la lettura congiunta dei dati di luglio e agosto potrà emergere un andamento migliorativo rispetto ai valori espressi oggi. Rimane il maggiore impatto subito dalle regioni e dalle città a maggiore vocazione turistica, che difficilmente verrà recuperato».

Con riferimento alle aree geografiche, nel mese di luglio Sud e Isole si confermano ultra performanti rispetto alla media Italia (+6 punti), limitando la frenata delle vendite nei primi 7 mesi dell’anno a -37,3% (media Italia -40,6%). Il divario tra Sud e NordEst/Centro è addirittura del 10%.

A livello di province, l’andamento delle vendite evidenzia la maggiore sofferenza delle città a forte vocazione turistica: Venezia e Firenze registrano risultati nelle vendite molto inferiori alla media Italia: -7 punti il divario sul progressivo annuo e -14 punti il differenziale sul mese di luglio, a conferma di una situazione critica che non registra ancora segnali forti di inversione nella tendenziale della domanda.

Nelle regioni continua inalterato il primato negativo della Toscana che si conferma la peggiore con consumi e ristorazione a picco sia a luglio (-34,6%) sia nei primi 7 mesi (-44%), con la provincia di Firenze e la città di Firenze che chiudono il mese rispettivamente a -40,7% e -42%. In seconda posizione il Veneto, in flessione del 33% (-42,7% nei primi 7 mesi). Nel mese di luglio la provincia di Venezia paga il peso più importante con -41,4% (Venezia città si attesta a -46%), seguita dalle province di Padova -33,6%, Verona -30,9%, Vicenza -25,3%. 

Al terzo posto Emilia Romagna (-42,6% nei primi 7 mesi) e Sardegna (-41,3% nei primi 7 mesi) entrambe al -31,1%. Per la regione emiliana la peggiore provincia è Modena -37%, seguita da Bologna -33,1%, Forlì-Cesena -32,5%. Al quarto posto il Lazio con -31% (-41% nei primi 7 mesi), dove la provincia di Roma è in flessione del -32,4%, la città eterna del -34%. Chiude la “top 5” delle peggiori regioni la Lombardia con -29,4% (-43% nei primi 7 mesi). Questa la situazione nelle principali province: Milano -32,5% (Milano città -42%), seguono Brescia -32,2%, Como -28,2%, Monza -27,3%, Bergamo -26,4%, Varese -25,9%. 

A breve distanza, la Liguria al -30% con la provincia di Genova al -32,8%, il Trentino Alto Adige al -28,1%. Il Friuli Venezia Giulia peggiora rispetto a giugno e chiude luglio a -26,1% con la provincia di Udine a -27,6%. Importante anche la flessione della regione nei primi 7 mesi (-44,4% vs stesso periodo 2019). Il Piemonte flette del -22,7% con le province di Torino, Cuneo e Novara rispettivamente al -26,8%, -18,4% e -13%. 

Quanto ai canali di vendita, il mese di luglio conferma le macro-dinamiche di giugno: centri commerciali, outlet e “highstreet” delle grandi città intorno al -32%, meglio le aree periferiche delle grandi città e le città di provincia con -21%. Il settore turistico continua a essere il canale più in sofferenza a -59%, anche se in ripresa rispetto al -69% registrato in giugno.

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