Confindustria Udine, atteso nel 2020 un calo del Pil regionale del 10,4%

Mareschi Danieli: «utilizzare il “recovery fund” per le riforme e il rilancio dell’economia».

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confindustria udine grafico indice picchiara calo

«In Friuli Venezia Giulia, secondo le elaborazioni dell’Ufficio Studi di Confindustria Udine su dati Prometeia – spiega Anna Mareschi Danieli, presidente di Confindustria Udine – si stima una flessione del Pil del -10,4% nel 2020. L’indicatore si riporterà in positivo nel 2021, +6%». 

L’analisi di Confindustria Udine guarda anche al futuro, che dipende molto dalla qualità dell’azione del governo centrale, finora risultata assai scarsa: «il ritorno ai livelli pre-crisi potrebbe essere accelerato se i fondi comunitari, ad iniziare dal “Recovery Fund”, saranno utilizzati per concentrarsi sulle riforme necessarie al nostro Paese e su alcuni grandi obiettivi – prosegue Mareschi Danieli -: realizzare le infrastrutture materiali e immateriali di cui si parla da decenni, impostare la scuola, la ricerca e la formazione per fare fronte alla competizione internazionale, varare un piano idro-geologico di tutela del nostro territorio, migliorare la sanità, riformare la giustizia e la pubblica amministrazione, senza trascurare la digitalizzazione del nostro territorio, perché, anche se siamo molto ben posizionati a livello italiano, restiamo i primi fra gli ultimi». 

I consumi delle famiglie nel 2020 subiranno una forte contrazione, -9,9%, con una ripresa graduale, anche per forme di risparmio precauzionale. «Abbiamo bisogno di fiducia – conferma la presidente – perché altrimenti la liquidità continuerà a rimanere parcheggiata nei conti correnti e la domanda interna rimarrà asfittica». 

Mareschi Danieli guarda all’attività delle aziende: «blocchi produttivi, situazione di incertezza e difficoltà finanziarie di molte imprese rappresentano un freno importante agli investimenti, per i quali nell’anno in corso ci si attende un calo del -18,8%. La componente delle costruzioni, penalizzata dal blocco dei cantieri nella prima parte dell’anno, dovrebbe ricevere un maggiore impulso nella seconda, anche a seguito degli incentivi fiscali per l’efficientamento energetico e sismico, mentre per gli altri settori saranno determinati gli andamenti dei mercati internazionali e le dinamiche della ristrutturazione delle catene globali del valore». 

Quanto al commercio con l’estero, la presidente di Confindustria Udine rimarca che «alla flessione delle esportazioni nella prima parte del 2020 dovrebbe seguire una parziale ripresa nella seconda. In media d’anno l’export regionale è stimato in calo del -15,3%. L’export tornerà ad aumentare nel 2021, +10,9%». 

Sul terreno del lavoro, le dinamiche temporali vedranno dispiegarsi gli effetti della crisi in un tempo successivo. «Il tasso di disoccupazione è previsto in aumento il prossimo anno – conferma Mareschi Danieli – per poi ridiscendere quando torneranno ad aumentare gli occupati, coerentemente con il quadro di ripresa generale». 

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