II trimestre 2020, economia trentina in forte affanno

Consistente calo del fatturato (-29,6%) e delle ore lavorate (-18,3%). Bort: «forte preoccupazione per il futuro e appello alla politica a non sprecare un centesimo dei fondi pubblici in mero assistenzialismo».

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economia trentina in forte affanno

Anche per il secondo trimestre 2020, l’indagine congiunturale curata dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, segna un andamento dell’economia trentina in forte affanno generalizzato sulle 1.125 imprese (su 2.584 contattate) che hanno risposto in rappresentanza dei settori: manifatturiero, costruzioni, commercio all’ingrosso e al dettaglio, autotrasporto merci, servizi alle imprese e terziario avanzato, ricettivo, ristoranti-bar, attività sportive di intrattenimento, impianti a fune, servizi alla persona. 

Il fatturato complessivo, realizzato tra aprile e giugno dalle imprese trentine esaminate, diminuisce del 29,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Si tratta di un calo pesante che ha colpito in maniera differenziata, ma comunque consistente, tutti gli ambiti economici e soprattutto le attività sportive e di intrattenimento, che hanno subito una contrazione del fatturato pari al 67,5%. Altrettanto drammatico è stato il calo registrato nel settore ricettivo (-62,8%) nei ristoranti-bar (-61,3%) e nei servizi alla persona, che hanno visto gli affari ridursi del 49,1%, ma anche nel settore delle costruzioni (-30,3%) e in quello manifatturiero (-26,9%). Seguono gli impianti a fune (-25,4%), i trasporti (-24,4%), il commercio al dettaglio (-18,0%), i servizi alle imprese (-9,7%) e il commercio all’ingrosso (-9,4%).

Nel mese di aprile si registra un crollo delle ore lavorate, pari a –33,9% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, percentuale che subisce un’attenuazione nei mesi successivi – attribuibile alla graduale ripresa dell’attività post confinamento – che fa registrare un -18,5% nel mese di maggio e -2,6% a giugno. Complessivamente, la variazione delle ore lavorate nel secondo trimestre 2020 è pari a -18,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Anche i dati sull’occupazione risultano preoccupanti e in linea con l’economia trentina in forte affanno, e si rivelano più severi nel settore ricettivo con una riduzione del 35,7%. Seguono a distanza, i ristoranti-bar, che registrano un calo del 16,2%, e le attività sportive e di intrattenimento (-15,1%). Cala l’occupazione anche nei servizi alla persona (-4,4%), nel commercio all’ingrosso (-3,8%), nei servizi alle imprese (-2,9%), nelle costruzioni (-2,7%), nel settore manifatturiero (-1,9%) e in quello degli impianti a fune (-1,0%). Dati sostanzialmente stabili, invece, nei trasporti (+0,8%), dove però si è fatto ampio ricorso alla cassa integrazione, e nel commercio al dettaglio (+1,0%). In termini generali, l’occupazione complessiva del secondo trimestre ha subito una decrescita del 6,3% e per la quota di dipendenti in servizio è stato fatto ricorso alla cassa integrazione nell’11,6% dei casi.

Su base annua, gli ordinativi sono in aumento del 21,5% per il settore delle costruzioni; sono invece in contrazione per il commercio all’ingrosso (-14,8%) e per il manifatturiero (-7,8%).

Rispetto al primo trimestre, migliorano le considerazioni degli imprenditori rispetto alla situazione finanziaria della loro attività. Salgono al 30,6% le valutazioni di coloro che la considerano solida (erano il 12,8%) e si riducono al 3,3% quelle di coloro che la definivano fortemente negativa (erano l’11,1%). Tra i settori che possono contare su un quadro più positivo spiccano il commercio all’ingrosso e i servizi alle imprese e, come già riscontrato nel primo trimestre, le difficoltà finanziarie diminuiscono proporzionalmente all’aumento della dimensione d’impresa.

Tra le maggiori preoccupazioni dell’economia trentina in forte affanno spiccano la riduzione del fatturato (33,2%), il calo degli ordinativi (20,2%) e i problemi finanziari o di liquidità (18,0%). Seguono poi le difficoltà connesse all’applicazione dei protocolli di sicurezza (13,7%), alla gestione delle risorse umane (8,0%) e al reperimento di prodotti per la produzione/attività (3,9%). Permangono, infine, ulteriori timori legati all’insolvenza, al peso della burocrazia e all’incertezza del futuro.

«Viviamo un momento di forte preoccupazione – commenta Giovanni Bort, presidente della Camera di commercio di Trento e di Confcommercio Imprese Trentino. – La nostra indagine dice che nel periodo aprile-giugno 2020 il fatturato delle imprese trentine è crollato complessivamente di quasi 30 punti percentuali (con un calo superiore al 60% per i settori della filiera del turismo); la cassa integrazione e gli ammortizzatori sociali non frenano il calo dell’occupazione; più di tre quarti delle imprese dichiara di lavorare in un contesto di attività/operatività inferiore rispetto a una situazione di normalità e il 67% delle aziende ha ridotto i propri programmi di investimento per l’anno in corso. L’appello del mondo imprenditoriale alla politica è di non sprecare neanche un centesimo delle risorse pubbliche, che prossimamente si renderanno disponibili, per non rischiare che questa crisi economica e sanitaria evolva fino coinvolgere il sistema sociale su larga scala».

Soprattutto, anche in Trentino la politica locale deve trovare il coraggio di innovare e rischiare soluzioni originali per rilanciare l’economia locale, anche in relazione al fatto che dall’andamento dell’economia locale dipende il gettito del bilancio dell’Autonomia provinciale, già alle prese con vistosi buchi per la crisi da Coronavirus.

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