Nei Balcani il Coronavirus sta rialzando la testa e il rischio è che i turisti lì presenti in vacanza possano rientrare a casa e portare appresso il contagio, spesso in modo del tutto asintomatico, causando una recrudescenza della pandemia, rendendo così necessari controlli sanitari preventivi.
Per evitare di importare focolai di Coronavirus dall’estero, il Land Tirolo ha predisposto il rafforzamento dei controlli sanitari sui flussi in entrata provenienti dall’Italia: al confine del Brennero è stato istituito un presidio con 18 militari delle forze armate austriache e della polizia unitamente a personale medico per effettuare controlli sui viaggiatori che rientrano in Tirolo.
L’intensificazione dei controlli è stata decisa per prevenire i rimpatri dai Balcani attraverso il Tirolo che aggirano i controlli sanitari ai valichi di frontiera in Burgenland, Stiria e Carinzia. Una spinta in tal senso è arrivata anche dall’attuale sviluppo delle infezioni da Coronavirus: solo negli ultimi giorni, si sono registrati in Tirolo almeno 20 test positivi per il Coronavirus, direttamente o indirettamente legati a un soggiorno in Croazia. In totale, fino al 50% delle nuove infezioni registrate nelle ultime settimane in tutta l’Austria erano legate a viaggiatori di ritorno da paesi a rischio dei Balcani.
«Dobbiamo reagire rapidamente e in modo appropriato agli sviluppi del numero di infezioni. Vogliamo continuare la nostra strategia di contenimento del Coronavirus in Tirolo con maggiori controlli al Brennero» ha detto il governatore tirolese, Günther Platter.
La mobilitazione sanitaria riguarda anche il governo austriaco: «la collaborazione tra le autorità del Tirolo e la polizia con le forze armate funziona perfettamente e lavoriamo fianco a fianco per la sicurezza degli austriaci» ha detto il ministro della Difesa di Vienna, Klaudia Tanner, mentre il suo collega agli Interni, Karl Nehammer, afferma che «contenere la pandemia da Coronavirus richiede una stretta collaborazione tra le autorità sanitarie e la polizia. I controlli congiunti alle frontiere sono quindi una misura importante per mantenere basso il numero di contagi».
Prevenire è meglio che curare: sarebbe opportuno che anche le autorità locali del NordEst rafforzassero l’attività di prevenzione, magari in stretto coordinamento con i ministeri centrali, per evitare che nelle prossime settimane si assista ad una recrudescenza della pandemia così faticosamente contenuta, ma non ancora sconfitta.
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