Corte dei Conti, parificati i conti della regione Lombardia ed Emilia Romagna

Promosse entrambe le regioni, tra le più virtuose d’Italia con conti in attivo.

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La Corte dei Conti ha parificato (approvandoli) i consuntivi 2019 delle regioni Lombardia ed Emilia Romagna in altrettante sedute pubbliche con l’intervento degli amministratori locali.

Nella seduta milanese che si è svolta in digitale da remoto, durante l’udienza di giudizio di parifica del rendiconto generale della Regione Lombardia, la relatrice della Corte Alessandra Cucuzza ha preso in esame «la maggiore novità all’assetto del Sireg (Sistema regionale)» che è stata «l’inizio dell’attività dell’Azienda regionale per l’innovazione e gli acquisti S.p.a. (ARIA) formata dalla fusione di ARCA e di LISpa il primo luglio 2019, e, ulteriormente ampliata per l’incorporazione di Infrastrutture Lombarde S.p.a. dal primo luglio 2020». 

«Sulla nuova società – ha spiegato il magistrato – la Sezione apprezza le prime valutazioni circa gli sforzi ottenuti sulla riduzione dei costi di struttura. In sede di controdeduzioni, è stato chiarito come la diminuzione del personale, effetto fisiologico di ogni operazione di fusione, sia legata alla scadenza di contratti a termine ed alle dimissioni volontarie e ai pensionamenti. La Sezione – ha aggiunto Cucuzza – si riserva, inoltre, di approfondire la forma di gestione adottata dopo la fusione (nell’assetto attuale e, a fortiori, dopo la fusione con ILSPA), valutando se gli obiettivi di razionalizzazione alla base della stessa siano stati perseguiti, e se siano presenti duplicazioni di funzioni: questo anche al fine di capire quali siano state le misure previste, ai sensi dell’art. 42 del Codice dei contratti pubblici, in tema di contrasto alle frodi e alla corruzione e quanto efficace sia il modello organizzativo prescelto per individuare, prevenire e risolvere in modo efficace ogni ipotesi di conflitto di interesse in qualità di stazione appaltante». 

Il complesso lavoro della Sezione di controllo della Corte dei Conti che si è occupata del rendiconto generale della Regione Lombardia «ha portato in evidenza, oltre a una contabilità e una gestione nel complesso valutabili in senso positivo, soprattutto in relazione ad altre realtà regionali, alcuni questioni afferenti alla gestione del bilancio, parte delle quali già riscontrate nei rendiconti precedenti, che possono essere oggetto di attenzione e miglioramento nei prossimi esercizi» ha detto il procuratore regionale della Corte dei Conti, Luigi Cirillo. 

Tra gli aspetti da prendere in esame «la necessità di più precisa programmazione, considerando il numero di variazioni di bilanci e i riscontrati scostamenti, la violazione del tetto di spesa per personale flessibile, un insufficiente esercizio della gestione sulla ALER di Pavia-Lodi e la violazione del tetto di spesa farmaceutica per acquisti diretti» ha detto il Procuratore chiedendo alla Sezione regionale di controllo la parificazione del rendiconto generale della Regione Lombardia per l’esercizio finanziario 2019, nelle componenti del conto finanziario e del conto del patrimonio, fatta eccezione per alcune voci poste e fatta salva la previa rimessione alla Corte costituzionale della questione di legittimità costituzionale per violazione dell’art.81 Costituzione sulle disposizioni di legge incidenti sul rendiconto, qualora ritenuta dalla Sezione rilevante ai fini della parifica e non manifesta. 

Il risultato della gestione di competenza è «positivo», con un saldo di 883,06 milioni di euro. Il risultato di amministrazione dell’esercizio 2019 registra un saldo contabile positivo di 1,1 miliardi di euro e l’ammontare delle quote vincolate e accantonate dell’avanzo, pari a 988,1 milioni, porta il risultato di amministrazione disponibile a 115,9 milioni. 

«Il contesto risente delle dolorose conseguenze derivanti dall’emergenza pandemica in corso, legate alla perdita di vite umane ed ai riflessi sul nostro sistema economico. In questi ultimi giorni siamo addivenuti ad un accordo con il Governo in cui sono state ristorate quasi completamente le minori entrate previste, anche se con patto di restituzione – ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana -. La nostra amministrazione ha potuto però beneficiare degli sforzi compiuti negli ultimi anni sul fronte di una sana e corretta gestione finanziaria, come evidenzia il raggiungimento di una quota di avanzo libero pari a 116 milioni, destinato proprio alla copertura delle attuali minori entrate».

Intervenendo nel giudizio di parificazione, Fontana ha ribadito che «fermo restando la salvaguardia dei vincoli di bilancio, Regione Lombardia ha voluto garantire un pieno sostegno agli investimenti. Grazie all’oculatezza dei bilanci precedenti abbiamo potuto ricorrere al mercato e contrarre nuovo debito per poter fare ulteriori investimenti per 33 milioni di euro per i prossimi tre anni. Tali investimenti saranno destinati all’incremento del patrimonio pubblico e includeranno risorse per lo sviluppo e la mobilità sostenibile e l’efficientamento energetico, nonché in spese sanitarie».

I conti tornano pure per la Regione Emilia Romagna, che ha chiuso il 2019 con un saldo di competenza positivo tra entrate e spese di 440 milioni di euro, rispettando i vincoli del pareggio di bilancio e riducendo il debito di altri 41 milioni: oltre 236 in 5 anni, -32,5% da inizio legislatura. Il tutto senza alzare le tasse per cittadini e imprese, anzi la pressione fiscale si riduce nel quinquennio dal 6,62% del 2015 al 6,30% nel rapporto tra entrate tributarie e Pil regionale, con misure in senso opposto come l’abolizione dei superticket sanitari (un risparmio superiore ai 30 milioni annui) e stanziando i fondi (36 milioni nel triennio 2019-2021) per tagliare l’Irap alle aziende dei comuni montani, azzerandola per tre anni a quelle nuove. 

«Siamo soddisfatti della parificazione accordata dalla Corte dei Conti – ha detto l’assessore regionale al bilancio, Paolo Calvano -. La buona gestione del bilancio è fondamentale per lo sviluppo e la crescita della nostra comunità regionale e per fronteggiare al meglio la crisi dovuta al Covid-19». 

Per quanto riguarda invece la creazione del polo fieristico, con la fusione di Bologna, Parma e Rimini, i magistrati contabili della Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti evidenziano che «la situazione delle partecipazioni della Regione nelle società operanti nel settore fieristico dovrà essere oggetto di un’attenta valutazione ed adeguata motivazione in occasione della predisposizione del prossimo piano di razionalizzazione in quanto la progressiva riduzione della partecipazione pubblica (in particolare nella società Fiere di Parma Spa) e la diffusione dell’azionariato (conseguente alla quotazione in borsa della società Italian Exhibition Group Spa, già Rimini Fiera Spa) aumenta gli ostacoli alla possibilità di realizzare in concreto l’obiettivo di fusione dichiarato». Con l’ulteriore rischio, per Fiere di Parma Spa, «di svalutazione della partecipazione pubblica quando da maggioritaria diventa minoritaria».

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