Tassazione sulle multinazionali: Apple (e l’Irlanda) vince alla Corte di giustizia europea

Scornata la Commissione europea che ora medita l’appello. Serve un livello di tassazione unitario in tutt'Europa sulle attività economiche.

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Ritardati pagamenti tassazione sulle multinazionali

La Corte di giustizia europea è intervenuta sul tema della tassazione sulle multinazionali annullando nel giudizio di primo grado la decisione della Commissione europea riguardante i “tax rulingirlandesi a favore di Apple. Secondo la Corte, la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l’esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale, ai sensi dell’articolo 107 del Trattato UE. Per la Corte, Apple non dovrà pagare imposte arretrate sulla fiscalità irlandese per 13 miliardi di euro. 

La sentenza che aveva inizialmente costretto Cupertino a pagare la cifra record era del 2016 e faceva parte del giro di vite della Commissione europea sugli accordi fiscali tra le multinazionali e alcuni paesi dell’UE. Secondo Bruxelles, l’Irlanda aveva dato ad Apple un ingiusto vantaggio rispetto ad altre società, consentendole di evitare tra il 2003 e il 2014 imposte per circa 13 miliardi di euro, sostenendo che questi costituissero aiuti di Stato da parte dell’Irlanda. 

Soddisfatto della sentenza il governo irlandese: «l’Irlanda è sempre stata chiara del fatto che non è stato fornito alcun trattamento speciale ad Apple. L’Irlanda aveva fatto appello alla decisione della Commissione, contro la multa dell’Ue che imponeva al colosso tecnologico di pagare 13 miliardi di euro in tasse arretrate, sulla base del fatto che il Paese non ha concesso aiuti di Stato e la decisione odierna della Corte sostiene tale opinione».

Mastica amaro la principale protagonista della vicenda, il commissario europeo alla Concorrenza (e vicepresidente della Commissione europea), Margrethe Vestager che sulla tassazione sulle multinazionali ha fatto un cavallo di battaglia: «studieremo attentamente la sentenza e decideremo i prossimi passi. La sentenza odierna del Tribunale annulla la decisione della Commissione dell’agosto 2016 secondo cui l’Irlanda ha concesso aiuti di Stato illegali ad Apple attraverso agevolazioni fiscali selettive» dice Vestager ricordando come la decisione della Commissione riguardava le due ordinanze fiscali emesse dall’Irlanda nei confronti di Apple, che determinavano il reddito imponibile di due consociate Apple irlandesi in Irlanda tra il 1991 e il 2015. A seguito delle sentenze, nel 2011, ad esempio, la consociata irlandese di Apple ha registrato utili europei di 22 miliardi di dollari (circa 16 miliardi di euro), ma ai sensi della normativa fiscale solo circa 50 milioni sono stati considerati imponibili in Irlanda». 

Secondo Vestager «la Commissione sostiene pienamente l’obiettivo che tutte le società debbano pagare la loro equa quota fiscale. Se gli Stati membri concedono a determinate società multinazionali vantaggi fiscali non disponibili per i loro concorrenti, ciò pregiudica la concorrenza leale nell’UE. Priva anche le finanze pubbliche e i cittadini di fondi per investimenti tanto necessari, la cui necessità è ancora più acuta durante i periodi di crisi». 

La vicepresidente della Commissione aggiunge che in precedenti sentenze di tassazione sulle multinazionali come Fiat in Lussemburgo e Starbucks nei Paesi Bassi, «il Tribunale ha confermato che, sebbene gli Stati membri abbiano la competenza esclusiva nel determinare le loro leggi in materia di imposte dirette, devono farlo in relazione al diritto dell’UE, comprese le regole sugli aiuti di Stato. Inoltre, il Tribunale ha anche confermato l’approccio della Commissione per valutare se una misura sia selettiva e se le transazioni tra società del gruppo generino un vantaggio ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato basate sul cosiddetto “principio di libera concorrenza”». 

Vestager non si da per vinta: «la Commissione continuerà a esaminare misure di pianificazione fiscale aggressiva ai sensi delle norme dell’UE in materia di aiuti di Stato per valutare se si traducono in aiuti di Stato illegali. Allo stesso tempo, l’applicazione degli aiuti di Stato deve andare di pari passo con un cambiamento nelle filosofie aziendali e la giusta legislazione per affrontare le lacune e garantire la trasparenza. Abbiamo già fatto molti progressi a livello nazionale, europeo e globale e dobbiamo continuare a lavorare insieme per avere successo».

Come se ne esce? Sicuramente bisogna arrivare ad un accordo europeo per cui la tassazione sulle multinazionali e sulle attività economiche in generale sia il più possibile uniforme, puntando ad un livello che garantisca gettito fiscale e competitività commerciale. Una soluzione potrebbe essere la definizione a livello comunitario di una soglia unitaria di tassazione di tutte le attività produttive, individuabile tra il 15% e il 20%, da fare applicare all’interno di tutti gli Stati membri. 

Di sicuro, l’attuale situazione che vede un’accesa concorrenza fiscale tra gli Stati membri dell’Unione europea, con posizione di vantaggio dei piccoli Stati a danno di quelli più grandi, non può più essere tollerata. Nel solo caso italiano, la concorrenza fiscale costa al Paese un mancato gettito di circa 20 miliardi all’anno.

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