Un’eccellenza alimentare italiana conquista una nuova IGP: sono le “Mele del Trentino” la cui produzione è limitata al territorio della provincia di Trento. La Commissione europea ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell”Ue il via libera definitivo alla registrazione della nuova Igp nel registro europeo delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette (Dop e Igp) e delle Specialità tradizionali garantite (Stg) contro imitazioni e falsi.
L’esecutivo comunitario ha riconosciuto che il legame delle “Mele del Trentino” IGP con la zona geografica di produzione, «si basa sulla reputazione, legata ad una lunga storia che ha portato alla costruzione di solidi rapporti con i consumatori, che ne apprezzano i suoi peculiari aspetti qualitativi e distintivi e ne riconoscono i maggiori prezzi in sede di acquisto».
Sono otto le varietà di “Mele del Trentino” che si possono fregiare del marchio europeo Igp: Golden Delicious, Red Delicious, Gala, Fuji, Morgenduft, Renetta, Granny Smith, Pinova. La richiesta dei produttori locali è diventata realtà dopo un iter complesso che ha superato tutti gli esami della Commissione europea e degli organismi preposti al riconoscimento di questo genere di marchi di tutela.
«L’iter per il riconoscimento del marchio – ha detto il presidente dell’associazione di imprese promotrici, Michele Odorizzi (Melinda) – è stato lungo e tortuoso, ma alla fine siamo riusciti a portarlo a termine in maniera positiva. Il primo dossier era stato inviato a Bruxelles tre anni fa, nel 2017, per iniziativa della Federazione Trentina della Cooperazione». Rigotti ha ricordato le difficoltà incontrate, soprattutto a Bruxelles, superate comunque dalla compattezza del settore e dalle valide argomentazioni proposte. «Adesso – ha auspicato Rodolfo Brochetti del consorzio La Trentina, uno degli enti promotori – si apre la possibilità di nuove collaborazioni e convergenze nel mondo frutticolo».
Il referente tecnico del progetto, Silvio Canestrini, ha ripercorso le tappe principali del percorso burocratico. Il primo passo era stato compiuto con la costituzione di una Ats (Associazione Temporanea di Scopo) fra i consorzi Melinda e La Trentina e le cooperative di produttori Sant’Orsola, Sft e Mezzacorona e la presentazione della documentazione necessaria presso il ministero per le Politiche agricole.
La predisposizione dell’intera e complessa documentazione storica, tecnica e socio-economica era stata affidata alla Fondazione Edmund Mach, che aveva messo in evidenza anche tutte le più recenti acquisizioni scientifiche in grado di confermare la peculiarità qualitative dei frutti prodotti in Trentino.
Nell’agosto del 2017 la domanda era approdata a Bruxelles e, dopo una lunga e complessa istruttoria conclusasi positivamente, era stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea a marzo 2020. Dopo tre mesi in cui non si sono registrate opposizioni, il marchio Igp “Mele del Trentino” è stato registrato.
L’indicazione geografica protetta rappresenta lo strumento per tutelare e valorizzare le mele di tutto il Trentino. Le mele del territorio provinciale per qualità organolettiche, reputazione, storia, tradizione, capacità dei produttori di organizzarsi fare sistema proponendo innovazioni non temono confronti in Italia e nel mondo. Inoltre, l’ottenimento dell’Igp può contribuire alla valorizzazione delle mele trentine anche attivando sinergie di promozione dei prodotti trentini con altri settori economici quali turismo, artigianato, commercio.
La coltivazione delle mele rappresenta una delle attività agricole più importanti del territorio trentino. La produzione annua è superiore alle 500.000 tonnellate (circa 25% della produzione italiana e 4% di quella europea). Il fatturato annuo supera i 300 milioni di euro.
Oltre il 90% delle mele viene conferito da oltre 5.000 soci produttori a 32 cooperative ortofrutticole che si sono associate nelle Organizzazioni di Produttori (Op) per ottenere la massima efficienza nella conservazione, confezionamento e commercializzazione del prodotto. Le cooperative ortofrutticole garantiscono lavoro a oltre 1.400 dipendenti, e per la produzione 2018 hanno remunerato i soci con quasi 200 milioni di euro.
Nel Disciplinare sono definite anche le tipologie di impianto, le modalità di coltivazione, raccolta e conservazione e il limite massimo di produzione (96 t/ha). Il marchio può essere utilizzato da tutti i produttori e trasformatori che vorranno aderire e sottostare alle regole del disciplinare di produzione approvato e ai controlli dell’ente di certificazione.
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