Le elezioni amministrative in Trentino del prossimo settembre agitano sempre più il centro destra trentino, soprattutto dopo che le scelte per i candidati sindaco effettuate prima della pandemia da Coronavirus si sono rivelate decisamente al di sotto delle aspettative di vittoria della coalizione.
L’aver proposto candidati di seconda o terza scelta, persone professionalmente e umanamente rispettabili e capaci, ma totalmente privi di esperienza politica e di presa sul pubblico sia in termini di conoscibilità che di capacità dialettica ha fatto montare l’insoddisfazione tra le fila del centro destra trentino, con alcune formazioni minori che si sono sfilate per appoggiare canditati a sindaco terzi, con ben poche possibilità di vittoria fuori di un’alleanza compatta.
In questo contesto, stupisce il comportamento della Lega ed in particolare del suo giovane ed inesperto segretario, Mirko Bisesti, che pare irremovibile a cambiare candidati da lui stesso proposti che si sono dimostrati perdenti, tanto che a più di tre mesi dalla designazione sono agli occhi dei più degli autentici Signor Nessuno.
Nelle ultime settimane, Fratelli d’Italia ha preso in mano la situazione con l’azione vigorosa del senatore trentino Andrea De Bertoldi, cui si deve l’espugnazione del collegio elettorale di Trento, da sempre fortino del centro sinistra, il quale ha fatto commissariare la gestione troppo debole e acquiescente alla Lega del coordinatore Francesca Gerosa per arrivare al commissariamento per il tramite del senatore Adolfo Urso che, da buon conoscitore delle dinamiche trentine, ha preso a cuore la situazione, tato da convocare un vertice a Trento tra le segreterie della coalizione per la serata di domani.
«A Trento come a Rovereto e più in generale alle amministrative in Trentino il centro destra ha la possibilità di vincere, tanto più dinanzi alla frammentazione del centro sinistra e alla candidatura da parte del Pd di un candidato di estrema sinistra espressione dell’area massimalista della Cgil. Ma per vincere, il centro destra deve sapere superare vecchie frizioni e personalismi per guardare all’obiettivo superiore di centrare una storica vittoria alle comunali, dopo il successo alle Provinciali e alle Politiche del 2018 – afferma il senatore Urso -. Secondo me, se presentiamo dei candidati autorevoli, conosciuti e stimati dagli elettori, sperimentati nell’azione politica, il centro destra può vincere e bene, anche perché l’area cattolica di centro si trova scoperta e con tutta probabilità potrebbe ripetere la scelta già fatta alle scorse elezioni che hanno premiato il centro destra».
Urso mette le mani avanti e richiama la coalizione alla responsabilità: «il futuro prossimo venturo sarà molto difficile sia a livello economico che sociale causa una classe di governo nazionale che sta portando il Paese sul baratro. E’ necessario che il centro destra formi al più presto una classe di governo all’altezza della situazione, valorizzando tutte le persone capaci ed esperte, sia nel campo della politica che dell’economia e delle professioni. L’azione politica di Fratelli d’Italia degli ultimi mesi va proprio in questa direzione e i sondaggi sono lì a dimostrarlo con la crescita esponenziale del partito grazie alla coerente linea d’azione di Giorgia Meloni. Ecco – prosegue Urso – tale azione deve proseguire anche alle amministrative in Trentino avendo il coraggio di riflettere seriamente e serenamente sulle possibilità di vittoria di ciascun candidato proposto. Trento, Rovereto e gli altri maggiori centri della Provincia hanno bisogno di candidati all’altezza, in sintonia con il governo provinciale e il prossimo nazionale. Spero vivamente che tutti i rappresentanti delle forze del centro destra trentino domani sera sappiano anteporre gli interessi superiori della coalizione alla vittoria. Vincere è possibile. Perdere per miopi interessi di piccolo cabotaggio o, peggio, per vecchi personalismi, sarebbe imperdonabile».
Urso allarga la sua riflessione anche a livello nazionale: «se unito, il centro destra può vincere facilmente in Veneto e in Liguria, ma pure nelle Marche, Valle d’Aosta, Puglia e Campania. Più difficile farlo in Toscana. Centrare un risultato del genere difficilmente potrebbe passare nell’indifferenza del Parlamento e del Quirinale, soprattutto con un governo nazionale sempre più sfilacciato e privo di traiettoria».
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