Federalismo: urgente una risposta dal governo sui patti finanziari Stato-Autonomie speciali

Zanin: «la revisione è un test probante della reale volontà del governo centrale».

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Il presidente del Consiglio regionale Friuli venezia Giulia, Piero Mauro Zanin.

Sulla richiesta avanzata dalle regioni e province autonome di rivedere i patti finanziari tra Stato-Autonomie speciali è sceso un silenzio di tomba da parte del governo BisConte, un silenzio che preoccupa gli amministratori locali chiamati a “quadrare” i conti dei rispettivi bilanci nei prossimi assestamenti finanziari dinanzi ad un crollo verticale delle entrate tributarie riscosse in loco che garantiscono il finanziamento dei servizi pubblici locali.

«La risposta del Governo alla richiesta che il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia ha formulato al fine di rivedere i Patti finanziari Stato-Autonomie speciali – commenta il presidente forzista del Consiglio, Piero Mauro Zanin – sarà un test probante, una sorta di prova del nove per comprendere la volontà o meno di assecondare la natura stessa dell’Italia, dei suoi territori e dei suoi popoli, ovvero l’autonomia federale delle regioni e la conseguente valorizzazione dei comuni che, così come le Province, costituiscono da sempre la nostra identità più vera e totalizzante».

Una tappa importante del dialogo tutto da costruire con la capitale sarà, secondo Zanin, proprio l’incontroconfronto sui Patti finanziari tra Commissione paritetica Stato-Regione e Assemblea legislativa del Friuli Venezia Giulia in programma martedì 23 giugno, in Aula a Trieste. I lavori della sessione antimeridiana saranno interamente dedicati a questo spinoso argomento, con la prevista introduzione di Zanin, seguita dagli interventi del governatore Massimiliano Fedriga, del presidente della Paritetica, Francesco Peroni, e di tutti i capigruppo del Consiglio.

«La bilancia tra entrate e uscite con Roma è nettamente a sfavore della Regione – evidenzia Zanin – nell’ambito di un’autonomia fatta di competenze e responsabilità che, tra l’altro, è decisamente meno favorevole rispetto a quella concessa alle altre Speciali, ovvero Trentino Alto Adige, Val d’Aosta, Sicilia e Sardegna».

Secondo Zanin «siamo ormai al momento della verità rispetto a un progetto di federalismo che, dopo quanto sta succedendo soprattutto dal blocco delle attività da confinamento in avanti, sembra essere stato relegato in soffitta, calpestato da un centralismo esasperato che sfugge perfino a un adeguato confronto in Parlamento. Avanti di questo passo – ammonisce – si rischia il default locale con conseguenze devastanti su imprese e cittadini, molti dei quali non hanno ancora superato lo shock psico-economico da Covid-19».

«Le insufficienti risorse dispensate dallo Stato, almeno apparentemente senza una strategia di sostegno e sviluppo come minimo a medio termine, hanno creato – incalza Zaninsolo false speranze ormai quasi del tutto trasformate in sfiducia e pericolosa rabbia generalizzata: un trend da invertire in fretta affinché non diventi una deriva senza fine. L’errore di prospettiva – sostiene ancora il presidente del Consiglio regionale, riprendendo le parole dell’ex presidente della Paritetica, Giovanni Bellarosaè avere considerato l’Autonomia solo come un problema giuridico. Condivido perfettamente l’opinione di Bellarosa quando afferma che il mancato rispetto dell’Autonomia discende, prima di ogni altra cosa, da una lacuna culturale, dalla mancanza di consapevolezza e di rispetto per l’identità e le capacità dell’altro. Tutto ciò genera infatti una forma di egemonia nella quale la funzione di governo del Paese viene praticata secondo il modulo top-down, dal sovrano ai sudditi». 

Per Zanin «se il presente è incerto, il futuro è a dir poco oscuro se non cambiamo immediatamente le prospettive, ricalibrando a favore delle Regioni il rapporto con uno Stato incapace di riconoscere le diversità di un popolo composto da tanti popoli che necessitano di poteri e responsabilità calibrati diversamente sul territorio e non calati dall’alto come fossero dogmi impossibili da applicare».

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