L’arte è solita andare oltre i consueti costumi sociali, spesso rompendo tabù, specie quelli legati al sesso: dopo il turgido fallo marmoreo con tanto di mascherina sanitaria calata in testa apparso nelle scorse settimane in piazza San Marco a Venezia, ora tocca alla francese Nantes, dove a far scoppiare la polemica è stata una fontana in ceramica con una donna che fa pipì in piedi collocata nella piazza principale della città che, nelle intenzioni dell’autrice, avrebbe dovuto celebrare il potere femminile.
Un potere raffigurato nell’insolita posizione di una femmina in piedi dalla cui vulva fuoriesce un copioso getto d’acqua. Un’opera d’arte che, nelle intenzioni dell’artista Elsa Sahal, è sì una provocazione, ma anche una risposta al femminile verso le tante statue orgogliosamente falliche che troneggiano nelle fontane di numerose città di tutto il mondo, a partire dalla più famosa di tutte, quel Manneken-Pis, un bimbetto bronzeo ignudo che dal 1619 orina gagliardo in uno dei posti simbolo di Bruxelles.
L’opera “Fontana” con la donna che fa pipì in piedi che sarà inaugurata a Nantes il prossimo 8 agosto nelle intenzioni di Sahal vuole fare capire all’opinione pubblica che in quel getto d’acqua è racchiusa la condizione di inferiorità della sfera femminile, visto che persino nello spazio pubblico è consentito solo a statue maschili di mostrare i bisogni fisiologici degli uomini senza sollevare un putiferio, senza alimentare pruriginosità o vergogna. Volendo, si potrebbe anche andare oltre e ritenere che l’opera della Sahal sia anche una sorta di inno al più alto piacere femminile che culmina con uno o più potenti schizzi.
Ma tant’è, e comunque non scandalizza più di tanto una femmina che orina in piedi, tanto più che è una pratica ancora attuale, specie in quelle realtà dove la biancheria intima femminile non è più utilizzata. Di più: i siti di commercio digitale sono zeppi di pubblicità di imbuti vulvari che illustrano i vantaggi per le gentili fanciulle di potere urinare in piedi.
Comunque, ben prima di Nantes gli abitanti della capitale europea si sono attrezzati già dal lontano 1987 per ripristinare la parità di genere, allestendo in una delle vie del centro storico una risposta al femminile al non lontano Manneken-Pis: Jeanneke-Pis è una bambina in pietra di circa 30 cm, opera dello scultore Denis-Adrien Debouvrie, ritratta nella più tradizionale posizione accucciata dalla cui vulva sgorga quel getto che si presta sempre a mille polemiche ed interpretazioni.
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