Dalle indagini congiunturali condotte dalla Camera di commercio di Trento emerge la sostanziale stagnazione dell’economia trentina, con la bocciatura dell’azione di governo della giunta provinciale guidata dal leghista Maurizio Fugatti che non è stato in grado di imprimere, a differenza di quanto avvenuto in provincia di Bolzano, adeguati stimoli alla crescita dell’economia locale. A questo si aggiunge l’insoddisfazione da parte dei commercialisti trentini per la gestione della domanda di contributo a fondo perduto che si apre proprio nelle prossime ore.
Quanto all’andamento dell’economia, i dati delle indagini trimestrali sulla congiuntura 2019, rielaborati e sintetizzati dall’Ufficio studi e ricerche della Camera di commercio di Trento, hanno confermato il quadro di rallentamento che si andava delineando già dai primi mesi dell’anno, ma che ha assunto connotati più marcati nel corso del secondo semestre.
Questa frenata è legata in parte alla situazione di stagnazione che ha interessato l’economia italiana nel suo complesso e che, per la prima volta da quasi un triennio, ha prodotto una contrazione del fatturato realizzato fuori provincia e, in parte, da un calo delle esportazioni. Solo la domanda locale ha confermato una discreta tenuta, caratterizzandosi per una crescita moderatamente positiva.
Nel 2019 il valore della produzione è aumentato complessivamente dell’1,1% rispetto all’anno precedente. I settori che si sono caratterizzati per una variazione decisamente positiva del valore della produzione su base tendenziale sono stati il comparto estrattivo (+16,7%), settore che peraltro si è ridimensionato molto negli ultimi anni e i cui valori assoluti sono ormai molto contenuti, il commercio al dettaglio (+5,8%) e il commercio all’ingrosso (+3,2%). Le costruzioni hanno evidenziato una crescita più contenuta (+1,7%), mentre i servizi alle imprese (-3,7%), i trasporti (-1,5%) e il manifatturiero (-1,4%) si sono caratterizzati per una contrazione dei ricavi delle vendite.
Durante lo scorso anno, il fatturato ha segnato una crescita dell’1,7% e i settori che hanno realizzato un incremento tendenziale sono stati soprattutto il comparto estrattivo (+8,7%), il commercio all’ingrosso (+4,9%) e al dettaglio (+4,0%) e i servizi alle imprese (+3,3%). Più contenuta la crescita sperimentata dalle costruzioni (+1,3%); negativa quella dei trasporti (-1,1%) e del comparto manifatturiero (-0,5%).
La distribuzione delle vendite nel corso del 2019 ha interessato il territorio provinciale per il 53,1%, il territorio nazionale per il 29,6% e i mercati esteri per il 17,4%.
Il mercato locale incide in misura rilevante per il comparto delle costruzioni, dei servizi alle imprese, del terziario avanzato, del commercio all’ingrosso e del comparto estrattivo. Più orientate ai mercati nazionale ed estero risultano le imprese manifatturiere e quelle di trasporto.
Nel 2019, le esportazioni del Trentino hanno raggiunto quota 3.922 milioni di euro, continuando a crescere per il terzo anno consecutivo, anche se a un ritmo decisamente più lento.
Considerando la graduatoria dei principali Paesi per valore di export, al primo posto si conferma la Germania, che assorbe il 17% delle vendite effettuate sui mercati internazionali, seguono a distanza gli Stati Uniti (12,1%) e la Francia (9,7%).
Alla fine dello scorso anno, l’occupazione ha evidenziato una lievissima contrazione (-0,2%). Le performance più positive sono state realizzate dai settori dell’estrattivo (+9,2%) e del commercio all’ingrosso (+1,4%). Si sono invece ridotti gli addetti delle costruzioni (-0,5%), del commercio al dettaglio (-0,5%), dei trasporti (-1,0%) e dei servizi alle imprese (-0,3%). Stabili quelli del manifatturiero.
Le ore lavorate hanno mostrato una tendenza alla graduale decelerazione, per poi contrarsi negli ultimi tre mesi del 2019, pur risultando complessivamente in lieve aumento su base annua (+0,6%).
Il giudizio degli imprenditori trentini sulla redditività e sulla situazione economica della propria impresa ha evidenziato un deciso rallentamento rispetto ai periodi precedenti e ciò al netto delle preoccupazioni suscitate a marzo dall’emergenza sanitaria, che ha aumentato significativamente le probabilità del verificarsi di una recessione, sull’entità della quale è ancora prematuro pronunciarsi.
All’interno della pubblicazione integrale “Note sulla situazione economica in provincia di Trento – Anno 2019” è possibile approfondire i contenuti del lavoro sull’economia trentina, consultando grafici e tabelle relativi ai singoli settori e conoscere i dati inerenti altri temi come il credito, i fallimenti e la consistenza delle imprese giovanili, femminili e straniere, i punti di forza e di debolezza dell’economia trentina.
La stagnazione dell’economia trentina dipende direttamente dall’incapacità da parte del governo provinciale guidata dal leghista Maurizio Fugatti nell’imprimere stimoli all’economia, contrariamente a quanto avvenuto nella provincia di Bolzano che ha allargato ancora di più la sua distanza dal Trentino, con ripercussioni anche sul gettito tributario locale che alimenta il bilancio provinciale.
E le difficoltà nella gestione dell’economia trentina si riflettono anche nella gestione degli interventi a sostegno dell’economia locale in occasione dell’emergenza Coronavirus, con la giunta provinciale che ha deliberato con settimane di ritardo rispetto a Bolzano e con importi decisamente inferiori. Sostegni che proprio in queste ore culminano con l’apertura delle procedure per le domande degli indennizzi a fondo perduto con procedure che i commercialisti giudicano «tutt’altro che semplici e lineari». Per il presidente dell’Ordine dei commercialisti ed esperti contabili del Trentino, Pasquale Mazza, «l’assessore Spinelli ci aveva promesso semplicità e poca burocrazia nella presentazione delle domande, ma a giudicare dalla bozza della domanda che si dovrà compilare appena diffusa dalla Provincia è giusto tutto il contrario. Ho ricevuto decine di telefonate di lamentela da parte dei colleghi commercialisti che si domandano quanto tempo servirà per la compilazione delle domande, oltre alle responsabilità da parte degli operatori professionali nella compilazione e presentazione delle domande. Una cosa è certa – conclude Mazza -: questa è l’ennesima occasione mancata e per la semplificazione e sburocratizzazione. Si può fare certamente di più».
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