Porto di Trieste l’Anac fa decadere D’Agostino dal vertice dell’Autorità portuale

La decisione sulla base di provvedimenti del 2016. Corale sollevazione di solidarietà a D’Agostino da parte degli operatori commerciali, dei lavoratori portuali e degli amministratori locali.

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Zeno D'Agostino, presidente dimissionato dell'Autorità di sistema portuale mare Adriatico Orientale e neo amministratore unico di Ram.

L’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) ha dichiarato decaduto Zeno D’Agostino dalla carica di presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Orientale in quanto incompatibile con la carica di presidente della società Trieste Terminal Passeggeri, realtà di cui il Porto di Trieste detiene il 40% del capitale. 

La sentenza dell’Anac risale al 16 marzo scorso per un procedimento iniziato intorno a settembre 2019, ma è stata notificata soltanto oggi e contiene elementi di retroattività, dunque è incerto il futuro degli atti dell’attività portuale dal momento del conferimento dell’incarico di presidente dell’Autorità, nel novembre 2016.

Secondo indiscrezioni, la carica di presidente dell’Autorità portuale a D’Agostino sarebbe stata inconferibile. Questi fu infatti nominato commissario dell’Autorità portuale nel febbraio 2015. Per statuto, spetta all’Autorità portuale la nomina del presidente di Ttp e all’epoca fu nominato proprio Zeno D’Agostino in quanto commissario della stessa Autorità. Questa carica è proseguita ed è stata rinnovata fino alla sua nomina a presidente dell’Autorità di sistema, nel novembre 2016. Sarebbe per questa ragione che D’Agostino decade dalla presidenza del Porto, in quanto ultima carica acquisita, che non poteva essere fatta “ab origine”. 

La sentenza dell’Anac può essere impugnata davanti al Tar ed è quello che farà l’Autorità portuale, chiedendo inizialmente una sospensiva della sentenza stessa. D’Agostino, ex presidente dei porti italiani ed ex vicepresidente a livello europeo, prossimo alla scadenza del mandato e stimato da tutti gli schieramenti politici, gestisce da anni il primo porto d’Italia per volume di traffici dove ha avviato una serie di iniziative tra cui lo sviluppo dello scalo, l’accordo per lo stabilimento siderurgico della Ferriera, i rapporti con la Cina. 

Il governatore Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga, ha espresso solidarietà a D’Agostino, mentre il presidente della Cciaa Venezia Giulia, Antonio Paoletti, esprime preoccupazione per i tanti progetti in corso dalle forti conseguenze economiche sul territorio. 

Per il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, «dal punto di vista personale, ritengo quella dell’Anac una decisione folle, ma sto lavorando affinché Zeno D’Agostino possa rimanere alla guida dell’Autorità in qualità di Commissario». Subito dopo avere appreso la notizia, afferma Dipiazza, «tutte le istituzioni compatte, senza distinzioni politiche, si sono attivate per cercare di risolvere questo problema». In questo momento, con il rilancio del Porto Vecchio, e con l’attività del Porto di Trieste, la città «ha bisogno di Zeno D’Agostino – spiega Dipiazza – e ora arriverà un Commissario. Spero che possa essere lui».

Da parte sua, D’Agostino a caldo ha detto «sono abbastanza basito, è meraviglioso il parere dell’Anac in cui un presidente senza deleghe risulta un presidente con deleghe», comunicando che «ho deciso di dare le dimissioni dalla presidenza di Ttp, Trieste Terminal Passeggeri, che avevo assunto a compenso zero, rispetto a un compenso importante che veniva percepito in precedenza. Non avendo alcuna responsabilità, avevo ritenuto che non avesse senso un compenso». D’Agostino, la cui carica di presidente dell’Autorità sarebbe scaduta il prossimo mese di novembre, ha precisato che, al vertice del Ttp «non aveva alcuna delega esecutiva» in quanto la sua presidenza di Ttp era svolta a titolo gratuito ed era puramente formale (anche perché svolta in presenza di due amministratori delegati) e non gestionale, come viene invece contestato dall’Enac, elemento quest’ultimo che configurerebbe la incompatibilità. Oltrettutto, D’Agostino all’epoca era già da tempo commissario del porto di Trieste. «In quel momento c’era una guerra di posizione sulla presidenza precedente – ha ricordato D’Agostino -. Il senso della legge che prevede l’inconferibilità è che qualcuno non approfitti della posizione», come ad esempio diventare anche presidente dell’Autorità, «ma nel mio caso, ero già commissario del porto ormai da quasi due anni». 

D’Agostino ha detto di aver avuto notizia della sentenza dell’Anac tra una riunione virtuale con il governatore Fedriga e il ministro Patuanelli e una successiva del Comitato di gestione, dove «mi sono presentato dicendo di non essere presidente e di non esserlo mai stato». Infine, sul lavoro svolto in questi anni, D’Agostino ha indicato che l’Anac «sa come gestire una sorta di “sanatoria” di quanto fatto, d’altronde, ci sono state centinaia di assunzioni, ci mancherebbe che saltino».

Dinanzi alla corale manifestazione dei portuali a suo favore, D’Agostino, commosso, ha detto «mi rendo conto che un’altra famiglia ce l’ho e che è costituita da tutti i portuali, colletti bianchi compresi. Oggi questa comunità mi ha fatto capire che mi vuole bene».

Assoporti ha espresso in una nota «la piena solidarietà e vicinanza al collega Zeno D’Agostino dopo la determinazione di Anac». D’Agostino «con impegno e professionalità ha portato il Porto di Trieste, al raggiungimento di importanti risultati, in un contesto in cui le Autorità di Sistema Portuale devono fare i conti con le difficoltà applicative ed interpretative di una disciplina legislativa di settore particolarmente complessa – afferma Assoporti -. Rileviamo la profonda preoccupazione per la continuità della gestione delle attività in corso in uno dei più importanti porti italiani che necessitano di un presidio amministrativo operante nel pieno delle sue funzioni».

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