Acciaio: le prospettive per il 2020 per la siderurgia

Marcegalia: «l’autarchia siderurgica non è possibile per l’industria europea». Ferrari: «forte calo della produzione italiana a causa del Coronavirus».

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bilanci d'acciaio prodotti piani in acciaio del triveneto

Come prevedibile, gli effetti della pandemia da Coronavirus si sono riflessi anche sul mondo dell’acciaio italiano con una forte flessione della produzione a marzo e ad aprile. Il dato è stato reso noto da siderweb nell’ambito del lancio del nuovo servizioMercato & dintorni” che fotografa i mercati siderurgici.

«Partendo dai dati della produzione italiana di acciaio – ha spiegato Stefano Ferrari, responsabile dell’Ufficio Studi di siderweb – si nota che a marzo l’output è sceso del 40,2% e ad aprile del 42,5% rispetto ai corrispondenti mesi del 2019, mentre nel primo quadrimestre il calo è stato del 22,4%, con una produzione di 6,403 milioni di tonnellate, contro gli 8,2 milioni del 2019. L’output di lunghi nel primo quadrimestre è sceso del 25%, mentre quello di piani del 19,5%».

Confrontando i dati nazionali con quelli mondiali, si nota che l’Italia ha pagato un dazio molto caro al Coronavirus: globalmente si nota una contrazione del 13% ad aprile e solo del 4,1% nel primo quadrimestre, grazie alla performance cinese (+1,2% nel quadrimestre), ma anche l’UE sta facendo meglio dell’Italia, con una diminuzione del 22,9% ad aprile e del –12,5% nel primo quadrimestre.

Unendo questi dati a quelli dei settori utilizzatori di acciaio in Italia e UE, a marzo (ultimi dati disponibili), si vede che il tasso di attività delle industrie utilizzatrici italiane è sceso del 46% a marzo e del 15% nel primo trimestre, un risultato nettamente peggiore della media europea (-17,2% a marzo e -6,9% nel trimestre). Solo la Francia ha un risultato a marzo paragonabile a quello italiano (anche se di 10 punti più alto). Tra i settori utilizzatori a livello europeo il conto più salato è pagato dall’automotive (-35%), seguito dagli elettrodomestici (-25%) e dalla produzione di tubi (-22%).

«Questi tre settori hanno in comune un fattore: la maggior parte di prodotti in acciaio impiegati sono pianisoprattutto di acciai comuni – ha commentato Ferrari -. Quindi, ad oggi, sembrano essere proprio i piani a patire maggiormente mentre i lunghi, seppur con cali a doppia cifra, reggono meglio, come si nota anche dalla performance delle costruzioni, che scendono solo del 5%».

Questa impressione è confermata anche dai dati sulle vendite e sulle scorte di prodotti piani in acciaio al carbonio in Italia, rilevate mensilmente da siderweb, che ad aprile hanno mostrato una riduzione dei volumi del 63% a fronte di un calo del 7% delle scorte.

«Possiamo dire che per i prodotti piani – ha concluso Ferrari – c’è stata una maggiore produzione rispetto ai lunghi, i settori utilizzatori hanno frenato in maniera più decisa rispetto a quelli che utilizzano lunghi e le vendite dei centri servizio ad aprile hanno ceduto circa il 63%, a fronte di cali nettamente inferiori degli stock. Quindi è logico supporre che, almeno nella prima parte della crisi da Coronavirus, siano i prodotti piani in acciaio al carbonio a pagare lo scotto maggiore, mentre per i lunghi la situazione è sicuramente difficile ma relativamente migliore rispetto ai piani».

Achille Fornasini, Partner & Chief Analyst siderweb, ha spostato l’attenzione sull’andamento dei prezzi del mondo dell’acciaio che evidenzia tendenze poco definite e prezzi orientati allo spostamento laterale, non solo del rottame ma anche per l’inox e la maggior parte dei prodotti finiti. Un andamento da cui sembra però escluso il minerale di ferro, che grazie al ritorno all’acquisto della Cina è tornato a recuperare un 19% dal minimo toccato con una caduta del 33% avvenuta da settembre dello scorso anno.

«Guardando invece il coke, si nota come questa materia prima sia ancora depressa con un calo del –52% dai massimi – ha spiegato Fornasini -. Una debolezza che si rispecchia anche sui noli compresa tra il -67% del “Dry Baltic” e del -20,5% di Shanghai».

Dopo le analisi tecniche che hanno contribuito ad inquadrare la situazione attuale della filiera siderurgica italiana e internazionale, il primo appuntamento digitale di “Mercato & Dintorni” ha ospitato uno dei protagonisti dell’acciaio nazionale, Antonio Marcegaglia. Intervistato da Lucio Dall’Angelo, direttore generale di siderweb, il presidente e amministratore delegato del Gruppo Marcegaglia ha espresso la sua visione del “periodo epocale” che stiamo vivendo.

Nonostante l’emergenza causata dall’epidemia di Coronavirus abbia stravolto completamente l’economia mondiale e le dinamiche industriali, «sono convinto – ha detto Marcegaglia – che gran parte del calo, in termini di volume e di fatturato, l’abbiamo già passato e mi aspetto che già da luglio potremo tornare a numeri simili al periodo pre-Coronavirus. Sicuramente assisteremo ad un riassetto dei mercati e ad una certa regionalizzazione, ma non credo sia possibile per l’acciaio un fenomeno di “reshoringforte; l’autarchia siderurgica non è possibileper l’industria europea».

Interrogato sul ruolo del governo in questa fase di incertezza, Marcegaglia ha sottolineato come lo Stato dovrebbe svolgere un’azione seria e profonda di stimolo della domanda, soprattutto nei settori delle costruzioni e dei beni di consumo durevoli, ma anche con azioni mirate per gli investimenti.

A proposito di interventi statali, in relazione alla questione Ilva, Marcegaglia ha sottolineato che «lo stato-imprenditore può essere concepibile solo se inteso come soluzione in via temporanea, di aiuto e di passaggio. Sarebbe un errore se, come per Alitalia, l’intervento sull’Ilva diventasse un sussidio continuato».

In chiusura Marcegaglia ha rilasciato un commento anche sul tema AST, l’acciaieria di Terni: «il nostro interesse non è di oggi e non è certo opportunistico: è un interesse strutturato e di lunga data, frutto di un progetto industriale e di possibili sinergie. Per questo, ovviamente restando in attesa delle determinazioni di Thyssenkrupp, saremo lunedì a Terni per presentarci alle istituzioni».

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