Tavolo delle autonomie regionali: il governo apre a maggiori stanziamenti

Kompatscher: «riconosciute le esigenze delle autonomie speciali che devono fronteggiare le erogazioni di molti servizi pubblici con bilanci falcidiati». Bonaccini: «siamo al lavoro per una soluzione concordata».

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conferenza delle assemblee legislative

Le minacce formulate dalle autonomie speciali nei confronti del governo BisConte di trattenere le proprie quote di compartecipazione al risanamento del bilancio statale (tra il Friuli Venezia Giulia e il Trentino Alto Adige circa 2,4 miliardi di euro) nel caso che non si fosse intervenuti a sterilizzare gli effetti della riduzione dei rispettivi bilanci a seguito della riduzione del gettito tributario e del taglio dell’Irap (pari a minori entrate per 3,1 miliardi di euro per le sole autonomie speciali) ha sortito i suoi effetti, costringendo il governo ad un tavolo di trattativa con le autonomie. Le risorse che sono state stanziate nel decreto del Governo sono circa 1,5 miliardi per tutte le regioni italiane (di cui 1 per le autonomie speciali) rispetto ad un fabbisogno complessivo di circa 5,2 miliardi.

Le Regioni hanno giudicato positivamente il primo giro d’incontri con il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, sul tema delle minori entrate a fronte dell’emergenza Coronavirus e dei provvedimenti contenuti nei decreti per il rilancio dell’economia. «Siamo al lavoro per una soluzione concordata» afferma il presidente della Conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini.

In una nota congiunta tra le regioni e il ministero, si afferma che «si è trattato di un confronto molto positivo, teso a trovare soluzioni efficaci alla drastica riduzione delle entrate che rischia di compromettere l’equilibrio dei bilanci regionali. Si è concordato di avviare sin dalle prossime ore un tavolo tecnico che dovrà individuare le soluzioni per garantire i livelli essenziali di prestazione (sanità, trasporti, politiche sociali e istruzione). Si tratta di salvaguardare i servizi fondamentali così da non diminuire il contributo pubblico per i cittadini e le imprese». 

Nel corso della riunione – cui hanno partecipato per il governo anche il viceministro Antonio Misiani e per le Regioni il vicepresidente Giovanni Toti, il presidente della regione autonoma Trentino Alto Adige, Arno Kompatscher, e l’assessore alle finanze della Lombardia e coordinatore della commissione Affari finanziari della Conferenza Stato-Regioni, Davide Caparini -, Governo e Regioni «hanno poi concordato di lavorare insieme su proposte condivise nella predisposizione del piano di ricostruzione italiano che consenta il migliore utilizzo possibile per il “Sistema Paese” delle risorse europee stanziate per l’emergenza Coronavirus».

Non solo: «le Regioni hanno chiesto di potersi indebitare molto di più, e a più lungo termine di quanto consentito finora. I rappresentanti del Governo si sono mostrati riluttanti, poiché un’alternativa a questo potrebbe essere il ricorso al Recovery Fund europeo di ripresa economica recentemente proposto dalla Commissione europea per gli Stati più colpiti dal Coronavirus» ha detto Kompatscher. Invece di indebitarsi, le Regioni potranno beneficiare dei fondi di questo programma comunitario. Per farlo, tuttavia, l’Italia deve prima definire le linee guida a livello statale per il ricorso al fondo, così come chiesto dall’Ue. Anche se man mano cresce la conoscenza nel dettaglio del piano europeo crescono pure anche i dubbi circa la sua effettiva convenienza per l’Italia, i cui costi di finanziamento sarebbero superiori ai benefici che poi sarebbero diluiti in sette anni.

Kompatscher, che al tavolo rappresentava le autonomie speciali maggiormente colpite dagli effetti finanziari della pandemia in quanto i loro bilanci sono direttamente alimentati dal gettito tributario riscosso in loco invece che da trasferimenti statali, si dichiara comunque ottimista: «abbiamo visto la volontà comune e trovato un consenso di base. Ma ora è necessario lavorare sodo a tutti i livelli, tecnicamente e politicamente, sull’attuazione. Dobbiamo continuare a spingere per un risultato soddisfacente per tutte le Regioni e le Province autonome e quindi anche per l’Alto Adige».

Ora, delegazione regionale e Governo hanno convenuto sull’istituzione di due tavoli distinti, uno per le Regioni a statuto ordinario e uno per le autonomie speciali. «Il finanziamento delle Regioni a statuto speciale e Province autonome si basa su tutt’altri presupposti, per questo è fondamentale trattare separatamente» spiega Kompatscher. Secondo il ministro Gualtieri si tratta ora di trovare un accordo su come quantificare a livello tecnico e univoco le minori entrate delle Regioni. Sulla base di tale stima le Regioni potranno ottenere risorse per compensare le minori entrate e per garantire il finanziamento dei servizi essenziali alla popolazione.

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