Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale del Latte, uno dei principi della corretta alimentazione, istituita dalla Fao per ricordare l’importanza complessiva dell’“oro bianco”, giunta quest’anno alla ventesima edizione.
Il latte è un elemento salutare e praticamente indispensabile per ogni alimentazione bilanciata, dalla nascita alla tarda età, per il suo elevato valore nutrizionale. Tranne che in limitati casi di intolleranza, il latte fornisce all’organismo ben 9 nutrienti essenziali e un significativo apporto di calcio, magnesio, selenio, vitamina B2, vitamina B5 e vitamina B12.
Non solo latte: preziosi sono anche i suoi numerosi derivati, sia alimentari (ad iniziare dalle tantissime tipologie di formaggio, di cui l’Italia è il leader europeo delle produzioni Dop) che industriali (dalla caseina del latte si estraggono elementi utili per la chimica, la tessitura e l’edilizia).
«Bisogna combattere le notizie sulla presunta insalubrità del latte, – afferma il presidente di Copagri, Franco Verrascina – che producono incalcolabili danni di immagine e di carattere economico a tutta la filiera lattiero-casearia, attraverso una corretta informazione e una adeguata educazione alimentare, partendo dalle scuole, dove è fondamentale continuare a puntare con decisione su iniziative apposite e sfruttare appieno le possibilità offerte dal programma comunitario “Latte nelle scuole”».
La pandemia da Coronavirus che ha bloccato per settimane le esportazioni di latte e dei suoi derivati, unitamente al rallentamento del commercio al dettaglio e al blocco della ristorazione, hanno comportato molte difficoltà al comparto che ha reagito aumentando la produzione di formaggi da stagionatura, portando la capienza dei magazzini al massimo.
«La Giornata mondiale del Latte porta alla ribalta la necessità di mettere in atto serie garanzie di tutela per questo re della corretta alimentazione, soprattutto quello prodotto nelle malghe di montagna, per preservare la tradizione dell’alpeggio e il popolamento della montagna – sottolinea il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond -. Gli allevatori di montagna svolgono un ruolo fondamentale nel mantenimento del territorio, con lo sfalcio regolare dei pascoli che altrimenti sarebbero rapidamente soggetti al rimboschimento, oltre che per svolgere quelle manutenzioni della montagna. Per questo, è necessario puntare su un marchio di qualità che consenta al consumatore di riconoscere il latte e i derivati prodotti in montagna, marchio che parimenti consenta agli allevatori di vedersi riconosciuto un prezzo più elevato dei grandi allevamenti di pianura per fronteggiare i maggiori costi derivanti dal territorio e da una minore produzione».
Se il Veneto punta sulla tutela della qualità del proprio prodotto, la Lombardia si conferma in Italia leader indiscussa quanto a produzione: dalle stalle della regione proviene il 45% del totale del latte italiano, «una produzione di cui andare legittimamente orgogliosi delle nostre 5.000 stalle distribuite sulle province di Brescia, Mantova, Cremona e Bergamo – afferma il governatore lombardo, Attilio Fontana -. Difendere il latte e sostenere gli allevatori preferendo l’acquisto dei prodotti migliori che ci siano è doveroso per tutti».
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