A causa del blocco imposto alle attività commerciali per l’emergenza Coronavirus, il totale mercato ha registrato un calo dei consumi ad aprile del -91,3% per i negozi fisici e la crescita boom del 213,8% per l’online, dato positivo ma non in grado di compensare i mancati profitti dovuti alla chiusura dei negozi.
Il settore che risulta aver sofferto di più del calo dei consumi ad aprile è sicuramente l’abbigliamento (-98,8% vs aprile 2019), seguito dalla ristorazione (-84% vs 2019), che ha in minima parte compensato la perdita di fatturato con l’attività di consegna a domicilio. In generale le regioni e alcune province del Sud hanno sofferto più del Nord Italia durante la fase di chiusura.
«Da un sondaggio condotto dal Centro Studi Confimprese-EY risulta che in fase di chiusura obbligatoria il 90% delle imprese ha revocato, vista la mancanza di liquidità, i “Sepa” per il pagamento anticipato dei canoni d’affitto per il trimestre aprile-giugno e ha fatto ricorso alla cassa integrazione per la quasi totalità dei dipendenti, con particolare riferimento alla rete di negozi – dichiara Mario Maiocchi, consigliere responsabile Osservatorio consumi Confimprese -. In questa situazione è inevitabile che si creino tensioni sia con le proprietà immobiliari che con la forza lavoro, il cui futuro in azienda è incerto. Urgono misure volte a sostenere il settore, con particolare riguardo alla tematica dei contratti di affitto».
Il commercio elettronico ad aprile guadagna posizioni e triplica le vendite. «L’andamento testimonia la chiusura del business nel mese di aprile, con valori intorno a -90% per la maggior parte delle categorie e delle aree geografiche analizzate. Poche realtà, aiutate dallo spirito d’iniziativa e dalle concessioni del governo, hanno mostrato trend leggermente migliori – osserva Paolo Lobetti Bodoni, business consulting leader Italy EY -. Interessante il dato dell’e–commerce, che ad aprile ha triplicato le vendite spinto dalle necessità dei consumatori. E-commerce che giocherà sempre più un ruolo rilevante anche nella futura fase di normalizzazione, guidato da nuovi modelli di acquisto che i consumatori hanno provato in maniera crescente durante questa crisi».
Su base geografica, il calo dei consumi ad aprile è stato abbastanza simile nelle 4 macro-aree. Il Sud Italia registra in particolare un -96,5%. In controtendenza l’online, che registra in aprile un +213,8%.
I dati dell’andamento per canale di vendita, tutti fortemente negativi, sono coerenti con l’evoluzione delle disposizioni governative e l’atteggiamento dei consumatori. I canali centri commerciali e outlet mostrano il risultato peggiore nel mese di aprile, rispettivamente con un -98% e -99%, registrando una performance addirittura peggiore del canale viaggi. Dati leggermente migliori per le vendite nelle zone del commercio delle città principali (-92,1%) e per i negozi che si trovano nei comuni più piccoli e in periferia (-87,4%).
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