A poche ore dalla pubblicazione del decreto “Rilancio” iniziano ad emergere le magagne contenute nel provvedimento mostre fatto da oltre 250 articoli e 350 pagine e le regioni e province autonome sono le prime ad essere penalizzate, visto che il provvedimento annulla o riduce alcuni prelievi tributari (come l’Irap) che si traducono in altrettanti ammanchi per i bilanci delle autonomie speciali, bilanci alimentati interamente dal gettito tributario riscosso localmente, che rischiano di compromettere il finanziamento dei servizi pubblici di base.
«Se il Governo vuole chiudere le Regioni, lo dica: con il decreto “Rilancio” si comporta come se non ci fosse stata nessuna interlocuzione precedente. Il fondo di 1,5 miliardi per tutte le autonomie speciali è insostenibile» ha detto il governatore del Friuli Venezia Giulia, Massimiliano Fedriga nel corso della riunione in via telematica della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.
«La posta prevista dal decreto-legge 34 – sottolinea Fedriga – lascia solo 1,5 miliardi per le Regioni e le Province autonome per ristorarle delle minori entrate, a fronte di una manovra statale in deficit da 55 miliardi che si aggiunge ai 25 miliardi del decreto “Cura Italia”. Il Friuli Venezia Giulia non solo non beneficia dei proventi della tassa di soggiorno e dei fondi alle Province che qualcuno prima di noi ha abolito, ma si vede tolto anche il gettito Irap, non prevedendo le coperture e facendo pagare questa scelta di fatto alla sola Regione».
Fedriga ha poi ricordato la richiesta avanzata al governo dalle autonomie speciali di sospendere per due anni l’erogazione del contributo locale al risanamento del bilancio dello Stato (circa 700 milioni per il Friuli Venezia Giulia e 430 milioni per ciascuna delle due province autonome di Trento e Bolzano): «è incomprensibile il fatto che il Governo ci chieda in questa fase di sommare alle perdite dovute al crollo del Pil un contributo alla finanza pubblica: equivale a pretendere di svenarci per buttare una goccia nel mare. Chiediamo rispetto».
Parla di «autonomie prese in giro dal governo» anche il presidente della provincia di Trento, Maurizio Fugatti, secondo cui «siamo partiti con responsabilità e spirito di leale collaborazione. Il risultato è che il Governo punta solo a fare cassa sulle spalle dei territori. Non ci crede nessuno che nell’approvare un decreto da 55 miliardi, lo Stato riesca a trovare appena 1,5 miliardi quando il reale fabbisogno delle autonomie speciali è di oltre 5 miliardi. Gli equilibri su cui poggiavano i conti dello Stato sono saltati e se questa è la risposta, è chiaro che non si è voluto ascoltare minimamente i territori. Significa impedire non solo a noi, che per statuto gestiamo con le nostre risorse servizi basilari come sanità, scuola e tante altre competenze di assicurare ai propri cittadini servizi essenziali».
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