La periodica indagine di Veneto Congiuntura di Unioncamere sul primo trimestre 2020 evidenzia che in Veneto la produzione industriale crolla del 7,6% sullo stesso periodo dell’anno precedente. L’indicatore in questi ultimi anni aveva evidenziato un graduale rallentamento, pur restando in territorio positivo (+1,3% in media d’anno 2019, +3,2% nel 2018), ma la pandemia di Coronavirus ha avuto un violento impatto sul comparto manifatturiero.
Gli ordinativi provenienti dal mercato interno hanno evidenziato un decremento del -8% con performance negativa anche per gli ordinativi esteri che registrano un -5,7%. Guardando all’insieme delle manifatturiere, le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti) hanno sofferto di più segnando una contrazione della produzione del –9,4%, mentre per le medie e grandi imprese (50 addetti e più) la flessione tendenziale è risultata del -5,9%.
Osservando la tipologia, in Veneto la produzione industriale diminuisce soprattutto per le imprese che producono beni intermedi (-9,5%) e di investimenti (-8,3%), più contenuta è stata la decrescita per le aziende che producono beni di consumo (-5,5%).
A livello settoriale i comparti che hanno registrato il crollo della produzione più marcato sono per ovvi motivi quelli colpiti dall’obbligo della sospensione. La contrazione peggiore, oltre il 10%, si è registrata per i mezzi di trasporto (-16,9%), il legno e mobile (-13,8%), il sistema moda (-11,3%) e il marmo, vetro, ceramica e altri minerali (-10,4%). Flessione meno marcata per metalli e prodotti in metallo (-9,3%), macchine elettriche (-7,8%) e meccaniche (-7%). Più tenue la caduta produttiva nei settori meno colpiti dall’emergenza sanitaria: gomma e plastica (-4,4%), carta stampa ed editoria (-1,3%) ed alimentare e bevande (-1%). Stabile il comparto delle “altre imprese manifatturiere” (+0,3%), grazie alla chimico–farmaceutica.
«Il quadro delineato dai dati descrive una situazione gravissima che farà sentire i suoi effetti in modo ancora più pesante nei prossimi mesi. Con il crollo della produzione si è bloccata l’industria del Veneto, ovvero la locomotiva del Paese – ha detto il presidente di Unioncamere del Veneto, Mario Pozza -. Il timore è che questi indicatori descrivano solo la prima fase di una congiuntura negativa e che i prossimi mesi ci riveleranno una situazione ancora più difficile. Il fatto che non tutte le attività abbiano riaperto in questi giorni è un segnale di una difficoltà enorme da parte di ristoratori, imprenditori e operatori a rimettere in moto il motore delle proprie imprese».
Pozza ha sottolineato che «le misure intraprese per la “Fase 2” e sulle priorità per le imprese sono viziate dalla burocrazia e non sono strutturali per di più basate su una serie di decreti con contributi a pioggia. E’ la visione di fondo che non funziona e che rischia di avere impatto zero – ha aggiunto Pozza – Non è solo una questione di risorse, ma anche di coinvolgimento di forze e soggetti che possono dare un contributo fondamentale».
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