Cresce la raccolta dei rifiuti organici in Italia, che raggiunge 7,1 milioni di tonnellate (+7,5%), con il dato procapite che sale a 117 kg: i dati sono stati diffusi dal Cic, il Consorzio Italiano Compostatori.
I dati della raccolta dei rifiuti organici si riferiscono al 2018 contenuti nel Rapporto rifiuti edizione 2019 dell’Ispra. Secondo il Cic, il settore dei rifiuti organici, che non si è fermato nel corso dell’emergenza sanitaria garantendo la continuità del servizio, nel 2018 ha generato un volume d’affari pari a 1,9 miliardi di euro e i posti di lavoro sono saliti a 10.620 (+8% del 2016).
I dati evidenziano che dal trattamento dei rifiuti organici sono stati ottenuti 2,04 milioni di tonnellate di compost e 312 milioni di Nm3 (normal metro cubo) di biogas, per una produzione energetica di 664.000 MWh.
Tra l’organico si calcolano 5,1 milioni di tonnellate di Forsu (Frazione organica del rifiuto solido urbano), e quasi 2 milioni di tonnellate di frazione verde (da fiori recisi a piante domestiche). I cittadini differenziano circa 17,5 milioni di tonnellate, il 40,4% è rifiuto organico, la frazione più importante per la raccolta differenziata.
A livello territoriale, l’Emilia Romagna è al primo posto del pro capite con 170 kg/abitante. Sulla raccolta assoluta, dopo la Lombardia, l’Emilia Romagna con circa 794.000 tonnellate supera il Veneto a quota 750.000. Seguono Campania (680.000 circa) e Lazio (550.000 circa).
Lo studio rileva ancora un differenziale impiantistico a livello territoriale tra Nord e il Centro Sud: dei 339 impianti di trattamento biologico, dei 281 impianti di compostaggio 173 sono al Nord, 46 al Centro e 62 nel Sud e nelle Isole.
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