Denuncia del presidente dei medici trentini: «Coronavirus, molte morti erano evitabili»

Ioppi: «il piano di emergenza provinciale va rivisto radicalmente». Eccher: «fino a 2/3 dei nuovi contagi da soggetti asintomatici inconsapevoli in ambito familiare». 

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Le cure per il Coronavirus in terapia intensiva.

Sulle modalità di gestione dell’emergenza Coronavirus in Trentino arriva una denuncia senz’appello da parte del presidente dell’Ordine provinciale dei medici, Marco Ioppi, che non usa mezzi termini per criticare le misure messe in campo per limitare la diffusione della pandemia dalla Giunta provinciale di Trento (ed in particolare dall’assessore alla sanità, Stefania Segnana) e dai vertici dell’Azienda per i servizi sanitari: «molti morti si potevano evitare con una gestione più oculata dell’emergenza; dai primi giorni di marzo eravamo a conoscenza della gravità della situazione per le chiamate disperate dei colleghi dalla Lombardia, purtroppo abbiamo commesso gli stessi errori».

Medico ospedaliero in pensione, primario in ostetricia e ginecologia, Ioppi chiede da tempo, inutilmente assieme a gran parte dei medici in servizio, un cambio di passo a livello provinciale, abbandonando il modello attuale per adottare quello attuato con maggiore successo in Veneto.

«Il presidente dell’Ordine dei medici di Varese, Roberto Stella, poi morto a causa del Coronavirus, ci ha chiamato per dirci di evitare le tremende procedure adottate sul loro territorio, di servirci dei dieci giorni di tempo che ci separavano dall’inizio del contagio per studiare subito misure di contenimento basate sull’utilizzodei tamponi» dice Ioppi amareggiato per i tanti appelli alla Giunta provinciale di Trento rimasti, a suo avviso, inascoltati.

Per ridurre al minimo i rischi di un possibile nuovo aumento dei contagi, il presidente provinciale dell’Ordine dei medici trentini propone di avviare una campagna di analisi a tappeto tramite l’utilizzo dei tamponi sulle persone asintomatiche.

«E’ assurdo pensare che facciamo i tamponi ai malati certi – dice Ioppimentre non li facciamo alle categorie più a rischio, ai familiari e alle persone con cui i contagiati sono entrati in contatto. Il piano di emergenza provinciale va rivisto radicalmente, altrimenti rischiamo una “fase duecaratterizzata da nuovi focolai».

Ioppi non è solo nella sua denuncia: l’appello è condiviso anche Claudio Eccher, già primario di chirurgia e già vicepresidente del Consiglio provinciale di Trento, che ha chiesto analisi epidemiologiche anche sui soggetti sani, per cercare la presenza di anticorpi «al fine di scoprire soggetti asintomatici potenziali portatori del Coronavirus che possono essere fonte inconsapevole di nuovi contagi. Questo vale soprattutto per evitare la diffusione in ambito familiare dove i nuovi contagi rappresentano fino ai 2/3 dei nuovi casi. Una volta identificati, i portatori sani devono essere isolati fino ad avvenuta guarigione».

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