L’analisi dei commercialisti sui cluster d’impresa nell’emergenza Covid

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Valutare i danni che la pandemia Coronavirus sta infliggendo al tessuto economico, soprattutto per le piccole e medie imprese. Con un’azione pensata ad hoc per ogni cluster d’impresa, con esigenze e risposte diverse, ma con un filo conduttore per tutti gli interventi: una grande tempestività. Intervenire prima che sia troppo tardi: un contributo all’analisi arriva da «Emergenza Covid-19 – progetto Attività d’Impresa», il documento pubblicato dal Consiglio Nazionale dei Commercialisti e dalla Fondazione Nazionale dei Commercialisti che raccoglie le analisi e le proposte della categoria per i singoli cluster d’impresa alla luce dell’emergenza epidemiologica.

Il documento suddivide le aziende in cluster d’impresa e fornisce un’analisi del tessuto economico, sottolineando i rischi per i vari settori. In questo modo si potrà avere accesso a una panoramica dettagliata che permetta ai professionisti di assistere ad hoc le imprese nella crisi. Ogni cluster, infatti, si trova davanti ad ostacoli diversi che richiedono metodologie diverse per essere superati.

«Dobbiamo reagire tempestivamente e aiutare le imprese prima che sia troppo tardi – ricorda Claudio Zago, presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Bolzano – per farlo, però, c’è bisogno di avere chiaro il quadro della situazione, per poter intervenire così in maniera mirata, con meno burocrazia possibile e soprattutto con misure che vadano ad immettere liquidità, con misure che diano certezze e chiarezze su tutte le scadenze di natura tributaria e tali certezze devono arrivare tempestivamente e non, come spesso succede, a ridosso della scadenza dei termini.».

Due milioni di imprese nei cluster

I cluster al momento operativi rappresentano, complessivamente, 1,9 milioni di imprese di cui quasi 420 mila società di capitali. Vi operano circa 7,3 milioni di addetti che realizzano una produzione di 1.476 miliardi di euro ed un valore aggiunto di 558,5 miliardi pari al 35% del valore aggiunto prodotto da tutte le attività economiche. Il principale è rappresentato dal Made in Italy che comprende quasi 620 mila imprese con 4 milioni di addetti e 261 miliardi di valore aggiunto mentre quello con il numero di imprese più elevato è rappresentato dall’Edilizia che sfiora il milione di unità con 1,9 milioni di addetti e 160 miliardi di valore aggiunto.

Altro cluster di rilievo è quello della Sanità che comprende 346 mila imprese ed occupa quasi un milione di addetti per 98 miliardi di valore aggiunto. Più piccoli ma non meno significativi i cluster rappresentati dall’Economia del Mare – che raggruppa poco più di 15 mila imprese e 262 mila addetti con 23,5 miliardi di valore aggiunto – e Ambiente con 9 mila imprese, 194 mila addetti e 16 miliardi di valore aggiunto.