Anche in Friuli Venezia Giulia l’economia turistica è caduta a picco con attese particolarmente critiche soprattutto per la stagione estiva in montagna, tanto da indurre il presidente di Federalberghi regionale, Paola Schneider, a dichiarare «serve subito, in modo tangibile e concreto, un indennizzo per la montagna».
Il Coronavirus è arrivato nel momento in cui, in montagna, «si era nel pieno della stagione invernale. Portando, inevitabilmente un danno economico ingente per la stagione interrotta anticipatamente. Non possiamo permettere – sottolinea Schneider – che le piccole attività alberghiere, anche solo per i costi fissi che devono comunque affrontare, non possano malauguratamente riaprire. Serve agire subito, in modo pragmatico, con un indennizzo scevro da burocrazie e facile da ottenere».
Per quanto riguarda le incognite sulla stagione estiva, per Schneider è «difficile sbilanciarsi, viviamo alla giornata in questa situazione del nostro presente. La realtà è che, in prospettiva, si preannuncia un turismo balneare di prossimità. Arduo fare previsioni, ma è realistico pensare che il turismo straniero, almeno per questo anno, non caratterizzerà le nostre località di mare. Prevedo che assisteremo al fenomeno del pendolarismo. Questo sia al mare che in montagna».
Sul fronte delle attività ristorative, Schneider punta alla flessibilità: «visto che le norme sul distanziamento sociale ci imporranno distanza fra gli avventori nei locali pubblici, possiamo pensare ad organizzarci con nuove tipologie di offerta ai clienti: cestini pic-nic da consumare all’aperto, un servizio di consegna a domicilio. Dobbiamo pensare ed organizzarci al meglio per riaprire con servizi nuovi, in linea con la nuova realtà».
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