Anas, il governo BisConte faccia chiarezza sulla gestione dell’azienda

Bond: «serve subito un nuovo amministratore delegato che rilanci e riqualifichi la rete stradale italiana». 

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La rete stradale italiana e le relative infrastrutture sono sempre più precarie e palesemente inadatte a soddisfare le esigenze di un Paese che è la seconda manifattura d’Europa.

Mentre il governo BisConte e la sia eterogenea maggioranza si balocca sull’arcano se revocare o no la concessione in capo ad Autostrade per l’Italia dopo il crollo del ponte Morandi a Genova e la scoperta di un livello di manutenzione della rete autostradale non rispondente ai contenuti della concessione, emerge ora il bubbone dell’Anas, finito in orbita della sua “concorrenteFerrovie dello Stato.

«Il ponte di Aulla crollato per cause ancora da accertare mostra un’evidente falla nel sistema di controllo di Anas – commenta il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond -. Una scellerata gestione finanziaria dell’ente che, da un 2018 con ricavi superiori a 2 miliardi di euro, chiude l’ultimo bilancio (il 30 marzo 2020) con una perdita di oltre 71 milioni di euro, senza considerare che, stando al primo trimestre dell’anno in corso, Anas rischia di restare totalmente senza liquidità».

La gestione disinvolta di Anas è criticata anche dallo stesso ministro Paola De Micheli: «in una lettera di monito che arriva dal ministero delle Infrastrutture, si evidenzia che Anas sta disattendendo le indicazioni dal governo sul controllo di viadotti e gallerie» prosegue Bond secondo cui «basterebbero già i tre elementi elencati, senza dover andare troppo a ritroso nel tempo o senza indagare nel curriculum personale e professionale dell’attuale amministratore delegato di Anas, Massimo Simonini, per decidere di mandare questo signore a casa. Lo si faccia subito!»

Bond rivolge un appello al governo BisConte: «caro Governo, siamo di fronte ad un’incresciosa e imbarazzante situazione, ben consapevoli che l’elenco delle criticità sul personaggio in questione potrebbe essere più lungo, come riporta anche la stampa. Attendiamo un segnale importante per il nostro Paese, di serietà, di riconoscimento delle competenze (o delle incompetenze, laddove presenti), di trasparenza e correttezza verso i cittadini onesti e meritevoli. Soprattutto sarebbe cosa doverosa in un momento in cui si parla di rilancio dell’Italia e in cui il sistema infrastrutturale può diventare fiore all’occhiello».

Oltre a chiedere un cambio della guardia al vertice della società che gestisce la rete stradale italiana, sarebbe bene che il ministero alle Infrastrutture ponesse mano ad un potenziamento della struttura tecnica della società, tale da renderla in grado di effettuare controlli puntuali alle infrastrutture esistenti in modo da assicurare la corretta manutenzione ordinaria e straordinaria. Soprattutto, sarebbe auspicabile tornare anche a due realtà distinte tra ferrovie e strade, non fosse altro per evitare conflitti d’interesse nella programmazione degli investimenti.

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