L’Autonomia altoatesina è tangibilmente vicina a famiglie e imprese alle prese con l’emergenza Coronavirus che ha fortissime ricadute economiche, soprattutto su famiglie, piccole aziende e partite Iva. E lo fa in modo decisamente concreto e semplificato.
La giunta provinciale altoatesina in seduta straordinaria ha deliberato i criteri per le sovvenzioni alle imprese con meno di 5 dipendenti danneggiate dall’emergenza Coronavirus.
Per il presidente dell’Alto Adige, Arno Kompatscher, «era importante agire immediatamente dopo il varo della legge e poter definire i criteri per le sovvenzioni. Ringrazio tutti coloro che hanno fatto in modo di poter procedere in modo così spedito».
«Le piccole imprese – dicono gli assessori Philipp Achammer e Arnold Schuler – devono poter assolvere agli obblighi e richiedere le sovvenzioni in modo rapido e semplice; a questo riguardo anche i requisiti che devono essere soddisfattisono molto chiari».
Hanno diritto alle sovvenzioni lavoratori autonomi, liberi professionisti, imprese individuali ma anche società di capitali attive in tutti i settori economici, dall’artigianato al commercio, dai servizi all’industria, dal turismo all’agricoltura. «Non è escluso alcun settore», sottolinea Schuler, facendo notare che per quanto riguarda il turismo e l’agricoltura sono state previste «precise linee guida».
Hanno diritto alle sovvenzioni tutte quelle realtà economiche che a causa della crisi dovuta dall’epidemia hanno avutouna riduzione del fatturato superiore al 50% e hanno interrotto le attività a partire dal 23 febbraio scorso. Per poter accedere alle sovvenzioni è anche necessario che il lavoratore autonomo o l’impresa lo scorso anno abbiano avuto un reddito imponibile o un fatturato superiore ai 10.000 euro. Le imprese non possono avere più di cinque dipendenti senzaperò considerare gli apprendisti. Per chi ha iniziato l’attività nel 2019 sarà richiesto un fatturato mensile medio di 1.000 euro fino a fine febbraio 2020.
«Vogliamo – afferma Achammer – che gli aiuti arrivino a destinazione velocemente e in modo non burocratico, e laddove ve n’è bisogno in modo da garantire il reddito minimo, limitare l’indebitamento e salvare i posti di lavoro. Con questi interventi si gettano anche le basi per una ripartenza immediata dopo che sarà possibile una graduale riapertura delle attività».
Le richieste per le sovvenzioni devono essere presentate entro il 30 settembre 2020 utilizzando l’identità digitale SPID(Sistema pubblico di identità digitale) per poter presentare velocemente le richieste per le sovvenzioni. Il contributo a fondo perduto varia da 3.000 a 10.000 euro. Tutte le informazioni necessarie sono reperibili nella nuova pagina dedicata #AltoAdigesiriparte.
Quanto alle famiglie, il governo altoatesino vuole «sostenere quelle persone che, nonostante i danni economici che stanno subendo, non sono incluse tra i beneficiari di altre misure deliberate a livello nazionale, aiutando le persone in modo semplice e non burocratico» afferma l’assessore provinciale alle politiche sociali, Waltraud Deeg. Inizialmente queste misure avranno una validità di tre mesi e gli strumenti economici messi a disposizione ammontano a 7,5 milioni di euro.
L’aiuto alle famiglie prevede l’erogazione di un importo massimo di 800 euro per ciascuna famiglia che verrà erogato per tre mesi. Hanno diritto a questo sostegno quei cittadini che, a causa della situazione di emergenza, hanno perso il loro lavoro, hanno dovuto chiudere la loro attività o non hanno potuto avviare la loro attività lavorativa e non ricevono altri sostegni per ovviare alla mancanza di reddito. Si prevede che la domanda per ottenere questo sostegno potrà essere presentata a partire dal 24 aprile. Per ottenere questa misura straordinaria non è necessario presentare la DURP(Dichiarazione Unificata di Reddito e Patrimonio), è sufficiente effettuare un’autocertificazione nel modulo di richiesta.
A questo si aggiunge il contributo straordinario al canone di locazione e per le spese accessorie che mira a sostenere, sempre per un periodo di tre mesi, famiglie e cittadini che hanno in affitto un alloggio ed in questo momento, sempre a causa della situazione di emergenza Coronavirus, si trovano in difficoltà economiche. Anche in questo caso, si può fare domanda di contributo mediante un modulo presso il Distretto sociale competente. Gli importi vanno da 420 sino a 555 euro di contributo per il canone. L’ammontare dipende dal comune di residenza e dal numero dei componenti del nucleo famigliare. Le stesse condizioni sono previste per il contributo le spese accessorie (importo da 100 a 140 euro) che può essere presentato se si occupa un alloggio di proprietà, in usufrutto o in affitto. Anche per questi contributi straordinari la dichiarazione DURP viene sostituita da un’autocertificazione.
L’Unione commercio turismo servizi Alto Adige accoglie con favore le regole emanate dal Consiglio provinciale e dalla Giunta provinciale in merito ai prestiti a fondo perduto a sostegno delle aziende.
«Soprattutto per le nostre numerose piccole e microimprese nel commercio e nei servizi, si tratta di un intervento efficaceper il miglioramento dell’attuale situazione. Tali aziende, con fino a cinque collaboratori, sono state colpite molto duramente. A causa della chiusura protrattasi per molte settimane e la conseguente perdita di fatturato, si trovano attualmente in gravi difficoltà», afferma il presidente dell’Unione Philipp Moser.
Moser definisce questo sostegno come un’iniziativa lodevole e determinante. L’Unione ne ascrivono il merito alla politica provinciale: «sono state seguite le nostre argomentazioni: un prestito a fondo perduto è infatti vitale per la sopravvivenza stessa delle aziende. In questo modo saranno almeno in grado di far fronte agli impegni correnti. Soprattutto in un periodo come questo è decisivo prestare un aiuto rapido e privo di burocrazia».
Se l’Alto Adige corre, il Trentino arranca: qui l’Autonomia speciale non ha ancora partorito nulla. Forse qualcosa ci sarà dopo la riunione del 24 aprile prossimo della giunta provinciale. Famiglie, imprese e lavoratori autonomi trentini speranoche la giunta provinciale di Trento sia capace di imitare quanto fatto a Bolzano e, magari, fare pure meglio.
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