Emergenza Coronavirus, Open Gate China porta in Italia materiali dalla Cina

Un volo charter alla settimana organizzato in collaborazione con il governo cinese. Collaborazione anche dal Consolato in Italia dell’Ucraina. 

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Il presidente di Open Gate China, Marco Toson, con Jim Zheng.

La Cina è in prima fila nel supporto alla lotta al Coronavirus in Italia grazie all’azione di Open Gate China che ha organizzato in collaborazione con il governo di Pechino una serie di voli charter per portare materiale sanitario.

L’altro giorno a Milano è arrivato il primo volo contenente migliaia di mascherine, camici, calzari, guanti, occhiali di protezione che sono stati distribuiti alle realtà sanitarie di Padova, Piacenza, Brescia, Bergamo, Parma, Bologna, Genova, San Marino, Aosta e Avellino. Alle regioni Veneto e Piemonte sono stati consegnati due kit da 5.000 unità ciascuno di un sistema molto costoso e innovativo per individuare rapidamente la presenza del Coronavirus nelle persone.

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Lo scarico del materiale donato dal governo cinese.

«E’ stato uno sforzo notevole, che sta dando ottimi risultati – afferma Marco Toson, presidente di Open Gate China -. Quello atterrato a Milano è il primo di una serie di voli charter, ciascuno del costo di 300.000 euro, che portano materiale di primo impiego in Italia donato dalla Cina. In collaborazione con il governo cinese stiamo provvedendo anche al recuperodei respiratori, che sono diventati merce preziosissima, il cui prezzo è passato dai circa 5.000 euro di prima dello scoppiodella crisi ai 25.000 euro di oggi, con punte anche di 45.000 euro segnati dal maxi ordine con consegna a maggio da parte del governo statunitense. Siamo di fronte ad un mercato impazzito».

Toson con Open Gate China è impegnato anche nella riattivazione in Italia di una filiera per la produzione di articoli sanitari che fino all’insorgenza della crisi pandemica erano pressoché monopolio produttivo orientale. «E’ indispensabile tornare ad avere una forte produzione nazionale dei materiali che l’emergenza Coronavirus ha dimostrato essere strategici – afferma Toson -. Nel solo campo delle mascherine e di altri articoli di protezione individuale stiamoimportando dalla Cina sette impianti chiavi in mano pronti per consentire in Italia l’assemblaggio dei dispositivi, utilizzando materiale grezzo prodotto in Italia. Si pensi che nel caso di una mascherina chirurgica il prezzo è passato da 0,023 euro a pezzo a ben 0,5-0,7 euro a pezzo di oggi. Indispensabile avere una filiera nazionale sia per garantirel’approvvigionamento che un prezzo in linea con i costi effettivi del prodotto».

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Il ministro ucraino, Arser Avakov.

Toson, affinancato da Jim Zheng e Fabio Marcelloni, è attivo anche sul fronte ucraino, nella sua veste di console onorario ucraino per il NordEst italiano. «Grazie all’impegno del ministro Arsen Avakov è stato possibile allestire la consegna in Italia di materiale sanitario e, soprattutto, l’invio di una squadra di 20 medici che sono andati a supporto degli ospedali maggiormente coinvolti nell’emergenza Coronavirus» racconta Toson. Una collaborazione che il ministro Avakov ha definito «esemplare, utile anche per la sanità dell’Ucraina per apprendere informazioni utili su come trattare il Coronavirus nella nostra realtà. In questo momento è fondamentale collaborare assieme per sconfiggere il prima possibile questo male che sta colpendo il mondo intero».

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