Acea, l’Associazione europea dei produttori di automobili, ha fatto una prima stima degli effetti della pandemia da Coronavirus sul comparto. I posti di lavoro nel settore auto colpiti dal blocco sono attualmente 1,11 milioni in Europa. Questa cifra si riferisce solo alle persone direttamente impiegate dai produttori di automobili, camion, furgoni e autobus: l’impatto sulla più ampia catena di approvvigionamento automobilistica è ancora più critico.
Le perdite di produzione in tutta l’Unione Europea ammontano a 1.231.038 veicoli a motore. La durata media dello spegnimento degli impianti è al momento di 16 giorni lavorativi. In Italia si tratta di quasi 70.000 posti di lavoro, in Germaniadi oltre 569.000, in Francia di 90.000, in Belgio 14.600, in Cechia 45.000, in Polonia quasi 18.000, in Spagna 60.000, in Romania 20.000, in Ungheria 30.000.
La perdita di produzione in Italia è stata finora di oltre 78.000 veicoli, in Germania di quasi 400.000, in Francia di 13.000, in Spagna 237.000, in Cechia 83.000, in Polonia 43.500, in Ungheria quasi 35.000.
In totale i posti di lavoro diretti nel settore auto nell’Unione Europea sono 2,6 milioni in 229 impianti di assemblaggio e produzione di veicoli. A livello di filiera europea, questa offre posti di lavoro indiretti e diretti a 13,8 milioni di persone.
«In questo momento, la preoccupazione principale di Acea e di tutti i suoi membri è gestire l’immediata crisi del settore automobilistico, che si è sostanzialmente arrestato, cosa che il settore non ha mai sperimentato prima – afferma Eric-Mark Huitema, direttore generale di Acea -. La nostra prima priorità è proteggere la salute e l’occupazione di quasi 14 milioni di europei che lavorano direttamente o indirettamente nel nostro settore».
Il rischio è che la chiusura del comparto duri ben più di due settimane, molto probabilmente un mese, forse 6 settimane. In forte crisi anche il settore delle concessionarie, il cui livello di vendite a marzo è stimato crollare di oltre il 90%.
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