Dopo la sollevazione corale da parte dei professionisti ordinistici, il governo BisConte ha ceduto ed esteso anche a costoro, inizialmente esclusi, l’elemosina di 600 euro “una tantum” quale indennizzo parzialissimo alla mancanza di entrate a causa del blocco dell’attività economica di gran parte del Paese imposto dal governo e con la conseguente impossibilità di lavorare.
A partire dal 1° aprile prossimo (data che potrebbe anche riservare qualche spiacevole sorpresa…) gli interessati potranno proporre alla propria cassa previdenziale di competenza la domanda per l’erogazione dell’elemosina di Stato, che considera un professionista ordinistico, spesso con decenni di formazione scolastica e continui aggiornamentiprofessionali pagati a caro prezzo, indegno di avere anche il medesimo trattamento assistenziale degli “sfaticati” percettori del reddito di cittadinanza, per i quali l’erogazione è perfino estesa ai componenti dei singoli nuclei familiari, invece preclusa ai professionisti, quasi che i familiari di un lavoratore autonomo non mangiassero almeno tre volte al giorno.
Per cercare di alleviare le sofferenze economiche dei professionisti si muove anche parte della politica. Per il segretariodella commissione Finanze del Senato, il commercialista Trentino ed esponente di Fratelli d’Italia, Andrea De Bertoldi, ha presentato un ordine del giorno per «cancellare o al limite ridurre dal 20 al 10% la ritenuta d’acconto che i professionistidevono versare all’erario in anticipo sui loro proventi, limitando il prelievo fiscale anticipato in modo da evitarel’insorgenza di crediti d’imposta anche cospicui che poi il professionista deve compensare o chiedere in rimborso» trasformandosi in una sorta di finanziatore spurio a favore dello Stato. Già, perché i professionisti, da sempre considerati evasori a prescindere, vengono escussi tempestivamente dallo Stato, sempre e comunque, pur essendo privi di tutti i sostegni e garanzie di un lavoratore dipendente.
Sul fronte della previdenza dei professionisti che versano alle casse privatizzate interviene il deputato Bellunese di Forza Italia, Dario Bond, che mette nell’obiettivo «l’ingiusta, iniqua ed antieuropea doppia tassazione gravante sulle prestazioni previdenziali dei professionisti». Secondo quanto scrive Bond in un’interrogazione al ministro dell’Economia e finanze, «da quanto ho potuto appurare, l’insieme delle casse previdenziali privatizzate riunite nell’Associazione di categoria Adepp nel 2019 hanno versato allo Stato l’ammontare di oltre 500 milioni di euro quale tassazione al 26% (portata a questo livello dall’originario 11% dal governo Renzi) sui rendimenti maturati sul capitale versato dagli iscritti a garanziadella loro futura pensione. Si tratta di un’ingente cifra che va a “tosare” parte del patrimonio accumulato ammontante a 87 miliardi di euro, molti dei quali investiti in titoli di Stato orami a rendimento poco più che zero».
Secondo Bond «l’Italia è l’unica realtà europea che sui fondi previdenziali applica una doppia tassazione: una, annuale, del 26%, pagata sul rendimento del capitale accumulato dal rispettivo fondo; l’altra, applicata sulla rendita pensionisticauna volta che questa viene erogata all’avente diritto. In Europa, l’unica tassazione viene applicata all’atto della fruizionedella prestazione come tassazione sul reddito pensionistico, mentre l’accumulo del capitale è tenuto giustamente indenne».
«La struttura del prelievo fiscale italiano sulla previdenza dei professionisti fa sì che le prestazioni finali siano ridotte di almeno il 15%, abbassando consistentemente un livello di remunerazione mediamente basso per tante professioni ordinistiche liquidate con il metodo contributivo – prosegue Bond -. Una situazione che in un contesto come quello attuale, con praticamente tutte le attività professionali ferme causa Coronavirus, è particolarmente penalizzante: da una parte, lo Stato “estorce” ogni anno alle casse previdenziali dei professionisti un ingente obolo – mezzo miliardo di euro -, mentre quando sono i professionisti ad avere bisogno di un indennizzo causa una decisione dello Stato, quest’ultimo si dimostra estremamente taccagno, quando, viceversa, con chi non lavora onestamente e non ha mai pagato un contributo previdenziale si dimostra particolarmente generoso».
Per ovviare a questa situazione di un’elemosina ai professionisti ordinistici che è indegna di uno Stato e rispettoso di unadelle sue migliori parti di società civile, Bond nella sua interrogazione avanza una proposta: «la situazione contingente è l’occasione giusta per riallineare l’Italia all’Europa, cancellando a partire dal 2020 la doppia tassazione sui fondi previdenziali dei professionisti ordinistici, anche al fine di incrementare i bassi trattamenti pensionistici medi attualmente erogati con il sistema contributivo. Inoltre, per fronteggiare il pesante danno economico inflitto dal Coronavirus ai professionisti alle prese con un consistente calo di attività, è doveroso che lo Stato restituisca ai professionisti ordinistici almeno un anno del prelievo fiscale trattenuto sui rendimenti dei loro fondi previdenziali, tale da consentire ristori più consistenti della mera elemosina finora stanziata».
I milioni di elettori appartenenti al mondo delle professioni ordinistiche e non attendono, ma con poca speranza che le due proposte di elementare buon senso avanzate da De Bertoldi e Bond si avverino concretamente. L’alternativa per molti sarà chiudere l’attività e andare ad ingrossare le fila degli “sfaticati” del reddito di cittadinanza, più garantiti dall’attuale maggioranza di sinistra del governo BisConte.
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