L’interruzione delle attività produttive impatta sull’export veneto per 1,5 miliardi

La regione Veneto mette le basi per il rilancio del turismo. 

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Sarà di circa 1,5 miliardi di euro, secondo il Centro studi di Unioncamere Veneto, il danno causato dallo stop imposto dal governo BisConte sull’interruzione delle attività produttive non essenziali in un arco di tempo di 15 giorni. Le attività sospese, sottolinea Unioncamere, sono responsabili del 60% delle esportazioni venete.

Non va meglio per il settore turistico: la stagione 2020 rischia di saltare e per le quasi 60 piccole imprese del settore nautico e servizi della sponda veneta del Lago di Garda con il 100% di perdite. «Ci vorranno due anni per ricostruire non solo l’immagine dell’Italia e del Lago di Garda, ma la stessa capacità competitiva che fino ad ora ci distingueva – ha affermato Ilenia Mosele, presidente di Assonologarda -. Le imprese che rappresento rischiano di non aprire affatto. E questo sarebbe un durissimo colpo per il Pil della nostra regione, dato che lavorano in sinergia e in modo complementare ad alberghi, campeggi e alle tante attività commerciali del turismo».

L’assessore regionale veneto al turismo, Federico Caner, guarda al dopo epidemia per il settore turistico contribuendo con la Commissione turismo e industria alberghiera della Conferenza delle regioni e province autonome a stilare un documento da proporre al Governo che oltre alle misure di potenziamento del servizio sanitario, contiene anche quelle di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza Coronavirus.

«L’obiettivo in questa fase è tutelare aziende, operatori e dipendenti – precisa Caner – e poi, quando ci saremo messi alle spalle contagi, restrizioni, paure e rischi, puntare al rilancio con una grande azione promozionale, declinata e coordinata a tutti i livelli, di quello che è e continuerà a essere un asset vincente dell’economia italiana e veneta».interruzione delle attività produttive Italia supera la Francia

Questi i sette punti che in questa fase le regioni chiedono al Governo: raggruppare in un unico e specifico articolo tutte le misure di supporto al turismo, introduzione di un nuovo articolo che disponga la riduzione per 3 anni del peso del prelievo fiscale (IMU) che grava sugli immobili strumentali destinati alle attività ricettive: cancellazione dei pagamenti nel 2020, 30% nel 2021 e 60% nel 2022; nel caso in cui l’immobile sia conferito in locazione, la riduzione d’imposta spetta a condizione che venga trasferita sul gestore dell’attività; supporto alla liquidità delle imprese colpite mediante meccanismi di garanzia, estendo l’ambito di operatività della norma anche ai Fondi di Garanzia regionali, sia per gli investimenti sia per le spese correnti (la Regione Veneto ha già costituito un proprio fondo da mettere a disposizione delle imprese); sospensione dei termini per i versamenti per le ritenute IRPEF, comprese le addizionali regionale e comunale; introduzione di un nuovo articolo sul credito d’imposta per strutture turistico-ricettive e impianti termali: riconoscimento per l’anno 2020 di un credito d’imposta nella misura del 60% dell’ammontare del canone di locazione di immobili strumentali allo svolgimento dell’attività imprenditoriale delle strutture turistico-ricettive (alberghiere e all’aria aperta) e degli impianti termali o dell’ importo pagato dal gestore delle predette strutture e impianti a titolo di corrispettivo per l’affitto d’azienda.

E, ancora, sospensione per l’anno in corso dei canoni demaniali marittimi per le strutture turistiche balneari: il versamento degli stessi si effettui, senza applicazione di sanzioni e interessi, o in un’unica soluzione o con rateizzazione in 5 rate bimestrali a partire da marzo 2021; bonus fiscale di 250 euro a testa per le famiglie che decidono di trascorrere le loro vacanze in Italia.

«L’ottavo punto del documento delle regioni – conclude Caner – è relativo alla promozione della rinascita: al Governo non abbiamo indicato le azioni precise perché dovranno essere oggetto di una programmazione attenta, mirata e concordata dalle stesse Regioni con l’Enit».

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