Continua lo stillicidio di chiusure dell’Azienda Italia: non solo le attività manifatturiere non strategiche per superare l’attuale pandemia da Coronavirus, ma anche tantissime attività commerciali, artigianali e pure quelle dei sempre più diffusi mercatini rionali dei contadini.
Con la chiusura dei mercatini rionali dei contadini decretati da molti, troppi amministratori locali si compie un doppio danno, colpendo sia i produttori di ortofrutta fresca e latticini che i consumatori. I produttori si vedono privati di un’importante fonte di entrata economica diretta, fondamentale soprattutto ora che tutta la ristorazione organizzata (ristoranti, mense, bar, ecc.) è chiusa per decreto, con conseguente crollo delle vendite e fortissimi problemi sui prodotti freschi, ad iniziare dal latte e ortaggi. I consumatori per approvvigionarsi di frutta, verdura fresca e latticini, spesso a “Km0” e a buon prezzo si vedono costretti a recarsi al supermercato, in un luogo chiuso facendo pure lunghe code per accedervi, rimanendo conseguentemente maggiormente esposti al rischio di Coronavirus.
«Se l’obiettivo del provvedimento è la prevenzione della diffusione del contagio da Coronavirus, la chiusura mercatini rionali dei contadini può essere un errore, perché all’aria aperta è molto più difficile che il contagio si propaghi. Se il problema è evitare gli assembramenti, basta che il comune distacchi nella mattinata di svolgimento del mercatino i vigili urbani per fare rispettare le distanze di sicurezza tra le persone, e ubicare in modo diverso i banchi come stanno facendo molti comuni italiani. Oppure chiedere agli ambulanti di dotarsi di personale addetto al controllo come gli altri negozi» afferma Paolo Vergnano, consigliere comunale a Rovereto e coordinatore comunale di Forza Italia.
«Mentre ci si sbraccia negli appelli al consumo consapevole di prodotti del territorio – sottolinea Vergnano –, la chiusuradei mercatini rionali dei contadini è un boomerang. Auspico al più presto che si introducano norme e indicazioni che permettano sia la vendita dei prodotti locali, anche in modo diretto, sia la sicurezza dei cittadini e degli operatori che caratterizzano i vari rioni della città, nell’ottica di un autentico servizio pubblico di prima necessità dei contadini a favoredella cittadinanza.».
Se poi il problema è derivante dallo spazio in cui si svolgono i mercatini rionali dei contadini, «per assicurare maggiore“aria” tra una bancarella e l’altra e tra i vari frequentatori basta – sostiene Vergnano – spostarne l’ubicazione in uno spaziopiù ampio per tutta la durata dell’emergenza Coronavirus. Si potrebbe anche, al fine di evitare spostamenti ed assembramenti, rivederne la distribuzione e favorire il servizio rionale, soprattutto nelle città più grandi, al fine di raggiungere i clienti ed evitare gli spostamenti. Gli spazi non ci mancano, basta saperli usare intelligentemente».
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