Alto Adige, realmente efficaci gli scaldacollo anticoronavirus distribuiti dalla Provincia?

Ploner: «non esiste evidenza scientifica circa la loro efficacia, mentre negli ospedali manca il necessario». E molte persone si sono precipitate nelle edicole a ritirare il gadget, aumentando le possibilità di contagio e di diffusione. 

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scaldacollo anticoronavirus

Lascia sconcertati l’ultima trovata dell’Azienda sanitaria altoatesina, supportata dalla stessa provincia di Bolzano relativa alla distribuzione gratuita di scaldacollo anticoronavirus, tanto che i consiglieri provinciali del Team K hanno depositato un’interrogazione per fare luce su una vicenda che, oltre agli aspetti sanitari, parrebbe intrecciare anche una qualche forma di intreccio tra politica e imprenditoria, oltre che di rapporti familistici.

Secondo i consiglieri di Team K, 300.000 scaldacollo anticoronavirus sono state realizzate per una spesa che pare si aggiri sui 700.000 euro a carico dell’Azienda sanitaria provinciale. Tutto questo, per offrire gratuitamente ai cittadini un indumento che in qualche misura possa essere d’aiuto nel limitare la diffusione del coronavirus, anche se tutti sanno che non ha certamente la stessa efficacia scientificamente comprovata delle mascherine chirurgiche.

«Ma non bastava dire ai nostri cittadini di usare un qualsiasi fazzoletto di cotone che tutti hanno in casa? Anziché indurli, in barba alle continue esortazioni di stare a casa ed evitare assembramenti, di fare la fila per prendersi un inutile pezzodi stoffa? E con il rischio, che chi indossa lo scaldacollo si senta protetto e quindi indotto ad un comportamento meno attento del dovuto» affermano gli esponenti di Team K.

La vicenda si arricchisce di altri elementi che andranno ulteriormente approfonditi e «per questo abbiamo già depositato un’interrogazione: l’assessore alla sanità, Thomas Widmann, pare sia il cugino dei fratelli Widmann, titolari della TEXmarket, la ditta incaricata dall’Azienda sanitaria di confezionare gli scaldacolli anticoronavirus da distribuire gratuitamente».

Tutto questo mentre negli ospedali dell’Alto Adige «si vanno ad esaurire le scorte di mascherine e tute protettive».

Secondo Franz Ploner, consigliere provinciale di Team K e medico di professione, «utilizzare le bandane e perfino le mascherine è utile soprattutto per chi è già ammalato, non tanto per tutelare chi è sano. Non esiste evidenza scientifica che una mascherina chirurgica o uno scaldacollo possa proteggere in modo efficace da un’infezione; mentre invece potrebbe dare, a chi lo indossa, una sensazione di sicurezza del tutto fuorviante, inducendo a comportamenti meno responsabili. Per questo motivo voglio ricordare ai cittadini in modo energico di non tralasciare le norme sanitarie primarie consigliate dalla WHO, che sono le distanze di sicurezza, lavarsi frequentemente le mani, ridurre i contatti sociali, ecc. Lo scaldacollo perde la protezione appena diventa umido; inoltre bisogna lavarlo continuamente».

Desta grande perplessità la distribuzione di un gadget gratuito nelle edicole e nelle tabaccherie dell’Alto Adige, nell’ordine delle centinaia di migliaia di pezzi mentre tutte le autorità pubbliche si sforzano da giorni di sottolineare l’importanza di restare a casa e di uscire solo per necessità inderogabili.

Secondo Luciano Giacomi, edicolante di piazza Gries a Bolzano, «regalare degli scaldacollo anticoronavirus ha fatto in modo che tantissime persone siano uscite di casa per ritirare l’omaggio, che oltretutto pare offra una protezione molto limitata. Tutto questo incentiva la gente ad uscire di casa perché si sente protetta. Grazie del pensiero, ma è sbagliato sia il momento che il messaggio».

Per il capogruppo di Team K, Paul Köllensperger, cofirmatario dell’interrogazione per fare luce sull’intera vicenda, «il Consiglio provinciale è chiuso, ma si continua a lavorare, e l’opposizione continua a vigilare sull’operato della Giunta.Questa vicenda, se confermata nei termini descritti da salto.bz, sarebbe davvero odiosa, in un momento tanto difficile per tutti i cittadini dell’Alto Adige. Mentre negli ospedali inizia a mancare l’essenziale, qui si perdono tempo e soldi per azioni poco trasparenti e di dubbia utilità».

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