Il Terzo Settore respira con tre rinvii nel “Cura Italia”

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PALERMO (ITALPRESS) – C’e’ spazio anche per il terzo settore nel decreto Cura Italia. All’articolo 35 sono infatti previste tre proroghe che si riveleranno decisive per la sopravvivenza nei prossimi mesi di un settore che la crisi del coronavirus sta mettendo a dura prova. Vengono infatti rinviate al 31 ottobre la scadenza per l’approvazione dei bilanci dell’esercizio 2019, e per la creazione del registro unico del terzo settore. La scadenza attuale per creare questa sorta di albo, era fissata a fine giugno, dopo che era stata gia’ prorogata rispetto a quanto stabilito dal codice del terzo settore del 2017. Ora un nuovo rinvio, e forse non sara’ l’ultimo. Nel decreto pero’ non c’e’ nient’altro, nessun aiuto concreto. “Come Governo stiamo pensando a un altro decreto che dia sostanza ai provvedimenti per le imprese, senza dimenticare che alla riforma del terzo settore manca sempre ancora l’ok dell’Ue alle decontribuzioni, che altrimenti Bruxelles considera aiuti di stato”, spiega all’Italpress Stanislao Di Piazza, sottosegretario al Lavoro.
“E’ una riforma ancora incompiuta quella del 2017 – spiega – che pero’ interessa 6 milioni di volontari, che insieme a Stato e Mercato rappresenteranno sempre di piu’ la terza colonna del Paese”. L’obiettivo, quando la riforma sara’ operativa, e’ arrivare anche a bond calati sul terzo settore, come quelli oggi presenti sul mercato che premiano aziende a basso impatto ambientale. “Un’operazione possibile, se pensiamo che sono le banche a smobilizzare spesso i crediti del terzo settore con lo Stato, anticipando la cassa”, spiega ancora il senatore palermitano del M5S, che segnala come invece sia gia’ presente nel decreto una misura a sostegno del microcredito. “All’articolo 49 abbiamo infatti introdotto alcune misure, che consentono di finanziare a titolo gratuito fino all’80% nuove imprese o che hanno meno di tre anni, alzando da 25.000 a 40.000 euro le soglie massime finanziabili, e’ una misura che credo sara’ molto utile anche al terzo settore”, conclude Di Piazza.
(ITALPRESS).

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