Il mondo spettacolo in ginocchio causa pandemia di coronavirus

La Fondazione Centro Studi Doc avanza le richieste del settore al governo: «stop imposte e pagamenti fino a ottobre».

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pandemia di coronavirus

Gli effetti della pandemia di coronavirus si abbatte pesantemente anche sul mondo dello spettacolo italiano, con 340.000 lavoratori fermi per una perdita di circa 8 miliardi di euro nelle sole prime quattro settimane.

Secondo l’analisi compiuta dalla Fondazione Centro Studi Doc è necessario che il governo BisConte dia attuazione allo stop al versamento delle imposte, proroga dell’Iva relative alle fatture non incassate dai committenti fino a ottobre e sospensione delle cartelle di pagamento per le imprese del settore.

«Servono ammortizzatori che abbiano gli stessi tempi e la stessa quantità previsti per tutti gli altri lavoratori» afferma il presidente di Doc Servizi, Demetrio Chiappa. La pandemdia coronavirus, sottolinea la Fondazione, ha messo in luce «le difficoltà strutturali di questo settore, discriminato in modo inverosimile», tanto che «oggi sono in ginocchio anche centinaia di migliaia di imprese che a loro volta impiegano migliaia di lavoratori».

Per sostenere i lavoratori e le realtà produttive, la richiesta al Governo è non concentrare gli aiuti solo sul turismo o sui beneficiari del Fondo unico dello spettacolo. «Da un mese nessuno paga, c’è una catena viziosa per cui non circola liquidità – ricorda Chiappa -. I pagamenti di febbraio sono tutti saltati e a rischio ci sono 300.000 persone che lavorano in cooperative e altri 50-60.000 in impresa».

Tra le richieste al governo avanzate dal mondo dello spettacolo anche «la definizione di misure di emergenza per l’accesso agevolato al credito e la sospensione del pagamento delle rate dei mutui per un periodo coincidente col perdurare della crisi» e «il riconoscimento delle detrazioniArt Bonus” a enti, scuole ed imprese dell’arte, spettacolo, eventi e cultura per favorire la ripresa del settore dopo questo momento drammatico».

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