Federalberghi Veneto, la pandemia di coronavirus si abbatte sugli hotel

Michielli: «chiusure fra il 75% e il 100%, un quadro desolante. Siamo una categoria di combattenti, ma abbiamo bisogno di aiuti». 

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settore turistico

Pesante il bilancio della pandemia di coronavirus sull’economia e su quella turistica in particolare secondo il bilancio di Federalberghi Veneto: «abbiamo ultimato la triste conta degli alberghi che alla data di oggi, mercoledì 11 marzo, hanno già chiuso nel Veneto – afferma il presidente della categoria, Marco Michielli -. I dati sono desolanti, come previsto. I pochi esercizi ancora aperti stanno valutando di chiudere. Al momento, stiamo considerando la possibilità di garantire il minimo di servizi in ogni territorio per coloro che avessero necessità di essere ospitati».

Nelle province venete le chiusure degli alberghi vanno dal 75% con punte del 100% in alcune località.

«Il sistema Federalberghi è sempre stato solidale in ogni emergenza verificatasi nel Paese e anche questa volta non verrà meno – assicura Michielli -. Ci rendiamo conto che l’attuale crisi è trasversale e interessa tutti i settori produttivi, ma resta la realtà che gli unici a chiudere fin dai primi giorni di questa emergenza sono stati gli alberghi, con un’onda che attualmente interessa anche i pubblici esercizi. Per quel che riguarda il nostro sistema, con grande orgoglio posso dire che siamo estremamente proattivi e nonostante le strutture chiuse stiamo guardando avanti, a quando questa crisi cesserà, per svolgere al meglio il nostro ruolo nel supportare il sistema economico del Paese. Certo mai come in questo momento le nostre imprese necessitano di aiuti concreti da parte del pubblico per poter ritornare in efficienza».

Dopo aver ringraziato i vertici della politica regionale veneta, Michielli guarda al futuro: «siamo consapevoli che il dato sulle chiusure potrà solo aumentare ulteriormente nel corso della prossima settimana. Vediamo da più parti, in primis dalla Regione Lombardia, la richiesta della chiusura totale degli hotel, ma voglio rammentare che esiste l’esigenza di mantenere presidi sul territorio per poter accogliere ad esempio i parenti dei pazienti oncologici consentendo loro di stare vicini ai propri cari, e le persone che viaggiano per motivi di salute, oltre a quelle che viaggiano per questioni indifferibili di lavoro, come ad esempio gli equipaggi degli aerei. Per questo pensiamo che l’eventuale richiesta di chiusura degli alberghi debba tener conto di queste esigenze della collettività».

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