Coronavirus, l’Austria blocca i confini con l’Italia e sospende i voli.

Forte rallentamento flusso delle merci per i controlli al confine degli autisti. Uggè: «l’Austria si pone fuori degli accordi di Shengen. Indispensabile la reciprocità». Coldiretti: dal Brennero passano 200 miliardi di export italiano ora a rischio. 

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Austria blocca i confini

Dopo che il governo BisConte ha tardivamente rafforzato la zona rossa estendendola a tutt’Italia per limitare la mobilità delle persone e, conseguentemente, le possibilità di veicolare il Coronavirus, l’Austria blocca i confini di valico con l’Italia, predisponendo controlli sanitari a tutte le persone in arrivo dall’Italia.

Parlando di «situazione drammatica in Italia», il governatore del Tirolo, Günther Platter ha annunciato che «con l’estensione della zona protetta su tutta l’Italia, possiamo dire che saranno chiusi i confini al Brennero, ad eccezione del traffico di rientro». I controlli riguardano anche passo Resia, Prato alla Drava e Tarvisio.

Controlli puntualmente iniziati di prima mattina, con la polizia austriaca che ferma veicoli in transito per controlli a campione sul confine con l’Italia utilizzando a questo scopo le strutture anti-migranti, realizzate al valico del Brennero nel 2016 e finora mai utilizzate. In prossimità del confine il traffico stradale sull’autostrada viene ridotto a una corsia e poliziotti austriaci fermano a campione dei veicoli in un’apposita area coperta. Due sanitari interpellano i viaggiatori sul luogo di partenza e di arrivo ed effettuano poi il controllo della temperatura corporea. Gli automobilisti e gli autisti dei camion possono poi riprendere il loro viaggio.

Agli stessi cittadini austriaci che sono in Italia e che rientrano nel loro paese, il cancelliere austriaco Sebastian Kurz ha prescritto «l’obbligo di restare per due settimane in autoisolamento». Il ministro degli interni, Karl Nehammer, ha rivoltoun appello a chi si trova per viaggio in Italia di tornare in Austria. «I controlli di frontiera saranno intensificati. Mentre il transito per il paese sarà consentito solo senza soste in Austria», ha aggiunto Nehammer. Al confine saranno controllatie fotografati i passaporti per poter risalire a chi è entrato dall’Italia.

Non solo controlli stradali, ma anche ferroviari e con la sospensione di tutti i voli di linea per l’Italia. Per gli italiani che per motivi d’urgenza dovessero recarsi in Austria ci sarà l’obbligo di certificato medico.

Per il vicepresidente di Confcommercio e Conftrasporto, Paolo Uggè, la misura è colma e invita il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e il ministro degli Esteri, Luigi di Maio, a fare altrettanto, invocando il principio di reciprocità. «Pensavo – sbotta Uggè – che questa fosse una battaglia da combattere uniti ma, dato che l’Austria persevera su questa strada, dico che la tutela dei cittadini italiani non dev’essere seconda a nessuno. Le medesime misure attuate dal governo austriaco vengano applicate a tutti coloro che da quel confine entrano nel nostro territorio nazionale».

La decisione austriaca di bloccare sostanzialmente il traffico con l’Italia manda in allarme il mondo dell’export italiano, visto che attraverso l’arco alpino transita quasi la metà delle esportazioni italiane, per un valore di circa 200 miliardi di euro di merci dirette lungo la traiettoria del Corridoio Scandivano-Mediterraneo (Austria, Germania, Danimarca, Svezia, Norvegia e Finlandia e tre paesi dell’Est Europa, Polonia, Slovacchia e Repubblica Ceca).

Secondo Coldiretti, l’88% delle merci in Italia viaggia su gomma, con il valico alpino che rappresenta un punto privilegiatodi sbocco sui mercati esteri. Il Brennero è un canale oggi insostituibile per il flusso delle merci dall’Italia verso l’Europa che rischia di essere soffocato dai limiti alla circolazione che pesano sull’ economia e sul lavoro. Un allarme che riguarda anche l’agroalimentare con la Germania che è la principale destinazione in Europa e nel mondo di alimenti e bevande italiani. Quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane, precisa la Coldiretti, interessano i Paesi dell’UnioneEuropea dove la crescita nel 2019 è stata del 3,6% con la Germania che si classifica come il principale partner con l’export che cresce del 2,9% e raggiunge i 7,2 miliardi nel 2019. La preoccupazione, conclude la Coldiretti, riguarda anche eventuali ritardi e rallentamenti nei trasporti che rischiano di danneggiare soprattutto le merci deperibili con la frutta e la verdura.

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