Nuova tegola da coronavirus in Alto Adige, con il bando del governo tedesco ha aggiornato la lista delle zone a rischio per coronavirus inserendo anche la provincia di Bolzano, una delle mete predilette per il turismo dai tedeschi.
Il bando del governo tedesco arriva a seguito della classificazione della provincia di Bolzano come zona a rischio da parte del Robert Koch Institut di Berlino (Rki) a seguito dei diversi casi di turisti tornati in Germania dopo una vacanza in Alto Adige e risultati positivi al coronavirus. Un simile avviso ai viaggiatori teutonici era stato già diffuso per la Lombardia, l’Emilia Romagna e la provincia di Padova.
La decisione di Berlino è destinata a pesare molto sull’economia altoatesina: nel solo comparto turistico un vacanziere su due proviene dalla Germania (48,7% secondo i dati dell’istituto di statistica provinciale Astat per l’anno turistico 2017/18), pari ad oltre 16 milioni di presenze diffuse lungo tutto l’arco dell’anno. Un turismo ad alto potere di spesa tanto da “piegare” alle loro esigenze l’offerta delle strutture locali, dai servizi alla cucina, scontentando così altre fette di clientela.
Il provvedimento germanico è stato accolto a Bolzano con incredulità e sconcerto, a fronte di due soli casi autoctoni di coronavirus. Il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, dichiara che «l’avviso ai viaggiatori germanici colpiscemolto duramente il nostro territorio. In Alto Adige, sino ad ora, sono risultati positivi ai test del coronavirus solamente 2 persone, e circa 200 sono quelle che vivono in isolamento domiciliare».
Kompatscher specifica che «stiamo affrontando la situazione in maniera molto seria, lavorando intensamente affinché ilrischio di infezione possa continuare ad essere il più basso possibile, e basandoci sulle indicazioni provenienti dallo Stato e sulle raccomandazioni delle autorità sanitarie. Posso assicurare che in Provincia di Bolzano si sta operando con professionalità e serietà ai massimi livelli. Il nostro obiettivo è ovviamente quello di contenere i danni economici per il nostro territorio, ma il bene principale rimane in ogni caso la tutela della salute dei nostri concittadini e dei nostri ospiti».
L’assessore altoatesino alla sanità, Thomas Widmann, ha sentito il ministro tedesco Jens Spahn «per chiedergli spiegazioni in merito alla classificazione dell’Alto Adige come zona a rischio. Mi ha spiegato che l’Istituto Koch applica dei criteri e uno di questi sono le zone di provenienza dei turisti risultati positivi ai test del coronavirus e l’Alto Adige è tradizionalmente una meta ambita tra i tedeschi. Questa classificazione ha di certo ricadute negative per l’Alto Adige».
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