Fondazione Nord Est: presentato il Rapporto 2019 sul Pentagono dell’economia

Analisi sulle cinque regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia) che compongono il “motore” dell’Italia. 

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Il Rapporto della Fondazione Nord Est 2019 esamina in dettaglio le caratteristiche comuni tra le Regioni (Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia) che formano il Pentagono dell’economia, il vero motore della crescita e dello sviluppo italiano. Le stesse caratteristiche sono state comparate con il resto del Paese ed alcune regioni europee, andando ad individuare le prospettive dell’area nel breve e nel medio termine. Il report della Fondazione indica inoltre politiche e strumenti di intervento per migliorare i rispettivi indicatori.

Lo studio della Fondazione Nord Est 2019 affronta molti aspetti tra cui l’innovazione e l’internazionalizzazione, il mondo del lavoro, il welfare aziendale, i sistemi della formazione, le tecnologie digitali, il cambiamento climatico, l’autonomia territoriale, la rivoluzione digitale, la blockchain, gli investimenti esteri, l’open innovation, le economie urbane, la sostenibilità e l’economia circolare, il trasferimento tecnologico, il turismo e la cultura.

Il Pentagono delle regioni del NordEst allargato si è dimostrato un sistema territoriale in grado di emergere. A partire dalla crisi globale del 2007, il gruppo delle cinque regioni ha evidenziato, rispetto all’Italia, dinamiche positive, «segnando un divario crescente con il resto d’Italia». Veneto, Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Emilia Romagna e Lombardia presentano un reddito pro-capite superiore e tassi di disoccupazione inferiori a quelli delle altre regioni; un minor numero di giovaniNeet” (che non sono né occupati né in formazione scolastica o universitaria); un forte orientamento all’export, che contribuisce in larga parte all’espansione commerciale nazionale; risultati positivi in campo amministrativo-ambientale (raccolta differenziata) e tecnologico (numero di brevetti).

Il Pentagono dell’economia è anche una realtà con prestazioni socio-economiche al livello delle più evolute regioni europee — per reddito pro-capite, disoccupazione, apertura commerciale e accesso alla banda larga — e, insieme, un’area territoriale integrata con le nazioni più dinamiche in Europa: interscambi commerciali ad alta intensità contrassegnano le relazioni con Austria, Germania, Olanda, alcune regioni dell’Est Europa, Danimarca, il sud del Regno Unito.

Il confronto con queste realtà mette in evidenza i fattori critici che contraddistinguono negativamente il Pentagono dell’economia: ritardodi investimenti indispensabili per lo sviluppo futuro, quali quelli in istruzione e formazione, in infrastrutture, in capitale e in ricerca e innovazione tecnologica e digitale, nella capacità di attrarre capitale umano di qualità. Sono peraltro aspetti comuni al resto delle regioni del Paese e che dimostrano un gap significativo con le regioni europee più performanti, che va crescendo con l’eccezione del Trentino Alto Adige.

Le prospettive di breve termine del Pentagono dell’economia sono moderatamente positive. A fronte dei cambiamenti in corso, congiunturali (come guerra dei dazi e “Brexit”) e strutturali (in primis rivoluzione digitale, invecchiamento della popolazione, bioingegneria, cambiamento climatico), il Pentagono sembra in grado di mantenersi relativamente competitivo. La crescita del Pil è prevista essere più consistente di quella nazionale (quasi il doppio nel 2020), così come il tasso di disoccupazione si assesterà su livelli inferiori a quelli nazionali, con il Trentino Alto Adige capace di distinguersi in positivo dalle altre regioni del Pentagono. Allo stesso modo, l’export è dato ancora in crescita, seppur in misura minore che nei due anni passati.

Le prospettive di medio periodo sono cariche di sfide importanti, che impongono politiche sociali ed economiche a livello regionale e nazionale. Siamo vivendo nell’età dell’incertezza: una situazione che offre opportunità, ma presenta anche alti rischi e soprattutto grande imprevedibilità per il numero rilevante di cambiamenti, dei quali è difficile comprendere le implicazioni prima ancora di cimentarsi con impegno ad affrontarli.

I pilastri dello sviluppo economico futuro del Pentagono dell’economia si concentrano sulla capacità di riallocare una parte delle risorse pubbliche dalla spesa corrente agli investimenti, investendo su una forte semplificazione burocratica e amministrativa per attirare investimenti sia da imprese italiane che straniere. Una leva di sviluppo riguarda la fiscalità agevolata per gli investimenti sul modello di Industria 4.0, anche detassando gli utili reinvestiti in impresa o per dar vita a nuove imprese. Un ruolo centrale avranno formazione e istruzione, ricerca e innovazione, tutela dell’ambiente, economia circolare, energie rinnovabili, trasporti sostenibili, difesa dal cambiamento climatico.

A questo link, è scaricabile il Rapporto 2019 della Fondazione Nord Est.

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