Nel quarto trimestre 2019, sulla base dell’indagine VenetoCongiuntura, la produzione industriale del Veneto ha registrato un tenue incremento del +0,3% sull’analogo periodo dell’anno precedente. La media del 2019 si attesta al +1,3%, decisamente inferiore rispetto al +3,2% della media annua 2018 e del +4% del 2017. L’analisi congiunturale sull’industria manifatturiera di Unioncamere del Veneto è stata effettuata su un campione di 2.298 imprese con almeno 10 addetti (www.venetocongiuntura.it).
«Negli ultimi tre mesi del 2019 in Veneto la produzione industriale del Veneto rallenta al punto di galleggiare attorno alla stagnazione (+0,3% la variazione su base annua) – sottolinea Mario Pozza, presidente di Unioncamere del Veneto –. In particolare, registriamo una dinamica più difficile per le medio-grandi imprese, più esposte al rallentamento dell’economia globale, con variazioni negative per produzione (-0,4%) e fatturato (-0,8%). Tiene invece la piccola impresa più capace di adattamento ai contesti mutevoli, con la produzione in crescita del +1,9% e il fatturato del +2%».
Secondo Pozza «fra i settori del manifatturiero, il più penalizzato è il tessile abbigliamento calzature, mentre brillano l’alimentare e l’arredo. Complessivamente il 2019 registra una crescita industriale del +1,3% in media annua, un risultato positivo ma di entità debole e in forte rallentamento rispetto alla crescita media registrata nel 2018 (+3,2%). Il rallentamento della produzione si è trasmesso anche agli altri indicatori del comparto, il tasso di crescita su base annua del fatturato è pari al +1,6% nel 2019 contro il +3,9% del 2018. L’anello debole – prosegue Pozza – sul lato della domanda è quello del mercato estero, a causa anche delle difficoltà del commercio internazionale: gli ordini esteri crescono del +1,0% (contro il +2,7% del 2018) e il fatturato decelera al +0,9% (era +4,4% nel 2018). L’industria veneta lascia trasparire qualche difficoltà legata ad un contesto internazionale dominato da molti elementi di incertezza, a cui si aggiungerà lo shock con ramificazioni globali ancora non misurabili che potrebbe avere il coronavirus».
Produzione
Sotto il profilo dimensionale, le imprese di piccole dimensioni (10-49 addetti) hanno segnato una variazione positiva del +1,9% mentre per le medie e grandi imprese (50 addetti e più) la variazione tendenziale è risultata in diminuzione -0,4%. Osservando la tipologia di bene la crescita è trainata dalle imprese che producono beni di consumo (+2,1%), più contenuto è stato l’aumento per le aziende che producono beni di investimento (+0,3%) mentre hanno segnato una variazione negativa le aziende che producono beni intermedi (-1,1%).
A livello settoriale i comparti che hanno registrato una tendenza positiva più marcata sono legno e mobile (+3,9%), macchine ed apparecchi meccanici (+2,4%), alimentare (+2%) e carta e stampa (+1,4%). Negative invece le variazioni del tessile e abbigliamento (-3,6%), della gomma e plastica (-3,5%) e dei mezzi di trasporto (-1,1%). Nel quarto trimestre 2019 rimane stabile la quota di imprese che registrano incrementi dei livelli produttivi (46% era 47% il trimestre precedente) mentre aumenta la quota di quelle che dichiarano variazioni negative della produzione (38% rispetto al 36% dello scorso trimestre).
Fatturato
Il fatturato totale ha evidenziato una sostanziale stabilità (+0,2%) rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. A livello dimensionale la dinamica è determinata dalle piccole imprese (+2%) mentre le medie e grandi imprese segnano una diminuzione (-0,8%). Spiccano le dinamiche positive delle aziende dell’alimentare (+4,3%), delle macchine ed apparecchi meccanici (+2,5%) e del legno e mobile (+2,4%) mentre segnano una variazione negativa i settori tessile e abbigliamento (-5,9%), gomma e plastica (-3,5%) e metalli (-2,2%).
La dinamica del fatturato è ascrivibile alla variazione positiva delle vendite interne (+0,8%) mentre il fatturato estero ha segnato una performance negativa (-0,8%). Il fatturato interno è trainato dai settori mezzi di trasporto (+7,2%), macchine ed apparecchi meccanici (+4,3%) e legno e mobile (+4,1%) mentre sono l’alimentare (+5,7%), le macchine elettriche(+3,2%) e le macchine ed apparecchi meccanici (+0,9%) gli unici settori a segnare una variazione positiva per il fatturato estero.
Ordinativi
Gli ordinativi totali hanno segnato una performance positiva pari a +0,9% determinata a livello dimensionale dall’andamento delle piccole imprese (+1,8%) mentre le medie-grandi segnano un aumento più debole (+0,4%). Sotto il profilo settorialespiccano le variazioni dell’alimentare (+5,5%) e dei mezzi di trasporto (+4,4%) mentre segnano una performance negativa la gomma e plastica (- 3,7%), il tessile e abbigliamento (-3%) e i metalli e prodotti in metallo (-2,5%).
Gli ordinativi provenienti dal mercato interno hanno evidenziato un aumento del +0,9% determinato dalla migliore performance delle piccole imprese (+1,4%) seguite dalle medio-grandi (+0,6%). A livello settoriale spiccano le dinamiche dei settori mezzi di trasporto (+5,1%), macchine ed apparecchi meccanici (+5%) e alimentare (+4,3%). Performance positiva anche per gli ordinativi esteri che registrano un +0,8%. Migliore la crescita per le piccole imprese con una variazione del +3,5% rispetto alla situazione di stabilità delle medie e grandi imprese (+0,5%). Tra le variazioni in aumento spiccano i comparti alimentare (+8,3%), macchine elettriche ed elettroniche (+4,6%) e mezzi di trasporto (+4,1%).
Previsioni
Nel quarto trimestre 2019 le aspettative degli imprenditori per i successivi tre mesi risultano in miglioramento solo per gli ordinativi esteri rispetto al trimestre precedente. Il saldo tra coloro che prevedono un incremento e coloro che si attendono una diminuzione è risultato positivo e pari a +1,2 p.p. Per gli ordini interni, la produzione e il fatturato il saldo ha invece registrato valori negativi e in peggioramento rispetto al trimestre precedente (-9,5 p.p., -8 p.p. e -5,7 p.p.). Tale risultato è tuttavia determinato più da un aumento dei giudizi che rimangono stazionari che dall’aumento del pessimismo: per 1 impresa su 2 infatti il quadro resta stabile.
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