Il violoncellista Mario Brunello interpreta il ciclo completo delle Partite e Sonate per violino solo di Bach

Prima registrazione mondiale del ciclo completo in due Cd pubblicati da Arcana/Outher Music France.  Di Giovanni Greto 

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mario brunello

Mario Brunello ha registrato in prima mondiale il ciclo completo delle Sonate e Partite per violino solo di Bach (BWV 1001-1006) per l’etichetta francese Arcana, che fa parte del gruppo discografico belga Outher Music, finanziatore del progetto, ed è distribuita in Italia da Talea (Baverio, Verbania) di Donatella Buratti.

La prima mondiale si riferisce allo strumento utilizzato: un violoncello piccolo a quattro corde, una copia esatta di un esemplare di Nicola e Girolamo Amati del 1600-1619, costruito nel 2017 a Brescia da Filippo Fasser.

Nel libretto plurilingue (nell’ordine inglese, francese, tedesco e italiano – è l’ultima lingua, ma almeno questa volta c’è -), oltre ad un interessante intervento del musicologo Peter Wollny, c’è un servizio su Mario Brunello, fotografato dal filmaker Gian Maria Musarra, mentre eseguiva lo scorso marzo la Ciaccona dalla Partita n. 2, abbastanza vicino alla bocca fumante dell’Etna.

Le Tre Sonate e Partite per violino solo, secondo l’autografo originale risalgono al 1720, a metà esatta del felice periodo, 1717-1723, che Bach trascorse al servizio del principe Leopold di Anhalt-Kothen. Ma il 1720 è l’anno in cui la raccolta fu preparata per essere data alle stampe. Le date di composizione delle singole Sonate e Partite non è escluso che siano da ascriversi almeno in parte al periodo trascorso dall’autore a Weimar (1709- 1717).

Le composizioni sono organizzate per coppie che associano ogni Sonata alla corrispondente Partita, secondo una logica di contrapposizione. Il modello delle Sonate è quello severo della Sonata da chiesa (in quattro movimenti secondo lo schema lento-veloce-lento veloce, con una Fuga al secondo posto), mentre le Partite si rifanno al genere profano delle Suite di danza, con una scelta di brani più libera.

«Con le opere per strumenti soli senza accompagnamento – scrive Wollny – Bach si avventura in un mondo sonoro che pochi compositori prima di lui avevano esplorato e il cui potenziale non era stato fino ad allora nemmeno lontanamente immaginato». Allo stesso modo, Brunello prosegue nella sua ricerca, col risultato di scoprire nuovi aspetti nell’arte di Bach, grazie al violoncello piccolo a quattro corde, meno diffuso di quello a cinque, «dalla voce acuta, il corpo grande, il fascino del canto del controtenore, il potere di seduzione di una figura androgina. Mi ha dato l’opportunità – scrive nell’intervento all’interno del libretto a corredo del disco – di leggere le Sonate e Partite da violoncellista, senza rincorrere virtuosismi impossibili, nessuna trasposizione, e il testo bachiano rimane integro».

Concentrandoci sull’ascolto, non saprei dire quale composizione sia la più bella, perché belle e interessanti lo sono tutte. A partire dalla “Sonata n.1 in Sol minore”, che si apre con uno degli Adagi più affascinanti ed intensi mai scritti da Bach, percepito non come un pezzo a sé stante, ma piuttosto come un vero e proprio Preludio alla celebre Fuga che segue, trascritta dall’Autore anche per liuto, in Sol minore, e per organo, in Re minore, che sfrutta un tema da canzona strumentale antica.

Una sonorità che penetra all’interno del corpo e agisce come una terapia. Così vicina a quella umana, la voce del violoncello è perfetta nelle giornate grigie, uggiose, con il freddo che si insinua nelle ossa. E allora si rimane in casa al calduccio ad ascoltare Bach. Il cattivo umore lentamente sfuma, la sensazione di ansia si dirada.

Proseguendo nell’ascolto, l’attenzione si ferma sulla famosissima “Ciaccona” dalla Partita n. 2 in Re minore, danza popolare in tempo ¾, di probabile origine messicana, fiorita in Spagna alla fine del 1500. Bach riprende un tipo francese di “Chaconne”, su basso libero, che adattava il ritmo lento della Sarabanda e venne inserito nella Suite strumentale. Dura quasi sedici minuti, prende avvio da un tema di otto battute e prosegue con un corale di 32 variazioni.

Il suono dello strumento di Mario Brunello è caldo, delicato, limpido, forte senza mai eccedere, con episodi di strappato ed apprezzati effetti di riverbero.

Singolare, nell’Andante della Sonata n. 2 in La minore, una sonorità simile a quella di una chitarra o di un liuto, ottenuta suonando lo strumento a mano nuda, con l’effetto di una dolce malinconia che continua nell’Allegro conclusivo.

La Partita n. 3 in Mi maggiore è la più ricca di danze – ne contiene sei -: Loure, Gavotta a Rondò, due Minuetti, Bourrèe, Giga. Il termine Loure indica l’antica cornamusa normanna (ludr o luur). Piuttosto rara nella produzione bachiana, ha un ritmo nobile e dignitoso in 6/4. La Gavotta a Rondò trae il suo nome dai “gavots”, montanari del Delfinato francese. Ha un ritmo binario, snello e leggero, che diede vita nel XVIII secolo ad una elegante danza di corte e di società, eseguita con riverenze molto cerimoniose. Il Minuetto è una danza di origine francese, il cui nome è legato al modo di ballarla con passi lenti (pas-menu). Anche la Bourrèe è francese. Nata nell’Auvergne, ha una forma binaria e un carattere gioioso, anche se a tratti sfiorato da una leggera mestizia. La Giga ha un’origine britannica, per la precisione celtica: “Jegg” (Scozia), “Geige” (Germania), “Gigot” (Francia), “Gigue” (Inghilterra), sono parole che indicano l’antico “Giambone”, trasformato poi in violino. Il ritmo è rapidissimo, spigliato e brioso. La Gavotta a Rondò è la stessa della Gavotta I della Suite n. 6 in Re maggiore per violoncello solo.

Un elogio al luogo di incisione, la Sala delle feste di Villa Parco Bolasco a Castelfranco Veneto, la città natale di Brunello e a Michael Seberich, unico responsabile di produzione, registrazione, mastering ed editing. Il Cd fa parte di un progetto “Bach Brunello series” di quattro incisioni. Dopo le Sonate e Partite seguiranno i Concerti per due violini di Bach e Vivaldi, con Giuliano Carmignola e l’Accademia dell’Annunciata; le sei Sonate per violino e clavicembalo insieme a Roberto Loreggian; i concerti ricostruiti di Bach, ossia il repertorio che Bach trascrisse per clavicembalo e orchestra, eseguito con violoncello piccolo e orchestra.

Il Mario Brunello eseguirà in due concerti, molto distanti cronologicamente, l’intero ciclo di Sonate e Partite all’Auditoriumlo Squero” dell’isola di San Giorgio a Venezia: il 18 aprile le Sonate e il 12 dicembre le Partite.

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