Il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, è stato eletto vicepresidente del Comitato Europeodelle Regioni, (CdR) l’organismo comunitario rappresentativo degli interessi degli enti locali e regionali. In precedenza, Ciambetti era stato nominato anche capo della delegazione italiana al CdR.
«Mi sento onorato dalla fiducia concessami, sia come capo della delegazione italiana, sia per la vice presidenza del Comitato Europeo delle Regioni, per un ruolo così importante nel rapporto tra realtà locale e Istituzioni europee – ha detto Ciambetti – Questa elezione è frutto del lavoro fatto in questi anni assieme al governatore Luca Zaia, dalla credibilità non solo personale ma anche di quella conquistata dalla nostra Regione che in Europa inizia a contare sempre di più».
La Commissione europea, il Consiglio dell’UE e il Parlamento europeo devono consultare il Comitato Europeo delle Regioni quando elaborano norme in settori che riguardano l’amministrazione locale e regionale come la sanità, l’istruzione, l’occupazione, la politica sociale, la coesione economica e sociale, i trasporti, l’energia e i cambiamenti climatici e il parere espresso dal CdR sui provvedimenti assume particolare importanza nella definizione dei testi finali.
«In questa fase storica, in cui le istituzioni europee, a iniziare dalla Commissione, devono riallacciare innanzitutto il dialogo e un rapporto funzionale con i cittadini e le realtà locali – spiega Ciambetti – il ruolo del Comitato Europeo delle Regioni assume un valore strategico centrale, perché noi siamo l’organismo delegato appunto a rappresentare e tutelare gli interessi delle realtà locali. I pareri che il CdR esprime, anche di propria iniziativa e non solo dunque davanti alle proposte legislative della Commissione, del Consiglio o del Parlamento, non possono essere facilmente elusi, anzi diventeranno sempre più un elemento chiave nelle politiche comunitarie. La complessa architettura comunitaria non può prescindere dalle città, le aree metropolitane, le Regioni, non può marginalizzare cittadini, famiglie, imprese: spesso si dice, a ragione, che Bruxelles è lontanissima dalla vita quotidiana delle persone come degli enti locali. Bisogna colmare questa distanza e noi siamo l’organismo che istituzionalmente deve svolgere questo compito».
Ogni anno il Comitato Europeo delle Regioni discute e presenta tra i 50 e gli 80 provvedimenti legislativi approvati nel corso delle sessioni plenarie, di norma sei, in cui rappresentanti di tutti i 22 stati membri si confrontano tra loroaffrontando la concretezza dei problemi vissuti dalle persone e dai territori.
In precedenza, Ciambetti era stato eletto capo della delegazione italiana al Comitato Europeo delle Regioni pur senzal’appoggio dei rappresentati italiani delle sinistre: «spero di poter ricucire e ricomporre i rapporti – ha concluso Ciambetti – perché è di vitale importanza a Bruxelles saper fare squadra: il peso che hanno altre nazioni dipende anche dalla capacità di superare le divisioni di parte anteponendo a queste gli interessi di cittadini, imprese, attori sociali, città e regioni».
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