Hansjörg Albrecht ritorna alla guida dell’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e del Münchener Bach-Chor per una pagina immortale qual è il Requiem di Wolfgang Amadeus Mozart. Assieme alle voci di Sophie Klußmann (soprano), Olivia Vermeulen (mezzosoprano), Andreas Post (tenore) e Yorck Felix Speer (basso), il capolavoro sinfonico corale del celebre salisburghese sarà eseguito nell’ambito della LX Stagione Sinfonica martedì 11 febbraio a Bolzano (Auditorium, ore 20.00), mercoledì 12 febbraio a Trento (Auditorium, ore 20.30) e venerdì 14 febbraio a Monaco di Baviera (Herkulessaal, ore 20.00).
Il Requiem in re minore K 626 – una pagina che sessant’anni fa, nel novembre del 1960, segnava l’inizio dell’attività artistica dell’Orchestra in Regione – è l’ultima grande, geniale composizione del celebre compositore. Sembra che, se non fosse stato per una commissione, il salisburghese non avrebbe mai composto quella che sarebbe diventata la sua ultima e forse più conosciuta partitura.
Il 14 febbraio 1791 era morta, appena ventenne, la consorte del conte Franz von Walsegg-Stuppach, musicista dilettante che amava spacciare per proprie alcune opere commissionate a diversi compositori (tenuti alla segretezza) che poi venivano eseguite durante riunioni e feste varie in casa sua. Probabilmente poco dopo la scomparsa della moglie il conte aveva pensato di farsi scrivere un Requiem, da eseguirsi con le medesime modalità, e la scelta era caduta su Mozart.
Durante tutto il mese di novembre e fino ai primi di dicembre del 1791 Mozart lavorò intensamente al Requiem, ma quando morì, nella notte tra il 4 e il 5 dicembre, solo una parte era definitivamente compiuta. Non potendosi permettere di perdere il compenso per il Requiem, la vedova Constanze fece in modo che il lavoro fosse ritenuto compiuto, in modo che il committente versasse l’onorario pattuito. In realtà Constanze mise al lavoro sul materiale rimasto gli allievi più fedeli dell’entourage di Mozart: Joseph Eybler e soprattutto Franz Xaver Süßmayr. Non è certo quale sia il peso del loro lavoro: la successiva epoca romantica impedì di venire realmente a capo della controversa questione delle attribuzioni, offuscando la verità per creare la leggenda.
L’esecuzione della partitura mozartiana da parte dell’Orchestra Haydn sarà preceduta dalla Sinfonia in re minore di Anton Bruckner, la “Nullte”, che come tante composizioni di Bruckner, appartiene alla fama postuma del musicista austriaco. Scritta e rielaborata tra Vienna e Linz nel periodo che va dal 24 gennaio al 12 settembre del 1869 reca sull’autografo la seguente annotazione: «Manoscritto originale di una sinfonia non datata in re minore, contrassegnata come Seconda Sinfonia che in seguito il maestro annullò». Non si conoscono precisamente le ragioni di questo ripudio della sinfonia da parte dell’autore, ma probabilmente il musicista non era rimasto soddisfatto della sua stesura. In realtà la “Nullte” contiene in nuce alcuni aspetti essenziali del linguaggio bruckneriano sulla linea della forma sinfonica tracciata da Beethoven e da Schubert, anche se ampliata e dilatata sotto il profilo armonico e orchestrale.
In apertura di serata sarà eseguito Lux aurumque per solo coro di Eric Whitacre, compositore e direttore statunitense, lavoro per solo coro che trae ispirazione da un poemetto in lingua inglese, “Light and Gold”, di Edward Esch.
Il Münchener Bach-Chor, fondato da Karl Richter nel 1954, ha guadagnato fama internazionale attraverso i principali tour di concerti, da Parigi a Tokyo e da Mosca a New York, ma anche grazie alle numerose registrazioni con la Deutsche Grammophon.
Hansjörg Albrecht, direttore d’orchestra, organista e clavicembalista, è direttore artistico del Münchener Bach-Chor e della Münchener Bach-Orchester, con cui ha compiuto tournées in Giappone, Israele e Russia; dirige inoltre regolarmente il Bach-Collegium München e il Carl Philipp Emanuel Bach-Chor Hamburg.
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